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Gli stress test bancari... tanti test e poco stress

Alla fine di questa settimana, le autorità di regolamentazione europee renderanno noti i risultati degli stress test bancari che determineranno se il sistema bancario dell'euro zona ha le carte in regole per poter resistere ad una nuova eventuale crisi. A giudicare da un indicatore separato che misura il grado di solidità finanziaria del sistema, i risultati dovrebbero essere positivi.

I test riguardano 51 banche dell'Unione europea e quelle della Norvegia, sottoposte a uno scenario avverso, tra cui una recessione prolungata e un drastico calo dei prezzi delle materie prime. L'operazione è sicuramente sgradevole per il nostro paese, perché sotto la luce dei riflettori cadranno banche allo stremo delle loro forze, come il Monte dei Paschi (Milano: BMPS.MI - notizie) di Siena, per cui il governo sta lottando per salvare il salvabile. Le (Taiwan OTC: 8490.TWO - notizie) autorità bancarie a controllo del sistema, hanno pochi incentivi, le regole vigenti limitano fortemente la capacità dei singoli a ricapitalizzarsi e tanti istituti, vedendosi bocciare i loro piani di salvataggio, potrebbero venir risucchiati da un’ondata di panico.

A scanso di equivoci, questa volta, i test non indicheranno quali banche avranno superato o fallito le prove di solidità finanziaria. Per avere un'idea molto simile alla realtà, la sezione Risk management dell’Università di Losanna ha messo a punto un modello sulla falsa riga di quello sviluppato alla New York University. Utilizzando i dati a disposizione del pubblico sui bilanci delle banche e la volatilità dei prezzi azionari, si valuta quanto le istituzioni finanziarie siano in grado di assorbire gli urti di una eventuale crisi. La prima osservazione da fare è che se i legislatori europei non avessero trascorso gli ultimi anni in gran parte ignorando le debolezze delle banche europee, si sarebbe potuto fare molto di più. Dal 2007, le maggiori 40 banche quotate della zona euro comprese nel paniere Stoxx Banks, hanno distribuito circa 400 milioni in dividendi o riacquisto di azioni proprie, soldi che invece sarebbero potuti andare a rafforzare i requisiti patrimoniali.

Da qui si evince che i legislatori si stanno in realtà muovendo nella direzione opposta con una scarsa incisività normativa che, a conti fatti, spiega le prestazioni poco brillanti dell'economia europea. In sintesi, evitando la verità, le istituzioni bancarie europee hanno peggiorato la situazione. Se i leader vogliono portare il loro sistema finanziario fuori dalle paludi della crisi, si devono preparare ad una sorte di resta dei conti.

Autore: Volcharts.com Per ulteriori notizie, analisi, interviste, visita il sito di Trend Online