Annuncio pubblicitario
Italia markets closed
  • FTSE MIB

    34.750,35
    -9,34 (-0,03%)
     
  • Dow Jones

    39.807,37
    +47,29 (+0,12%)
     
  • Nasdaq

    16.379,46
    -20,06 (-0,12%)
     
  • Nikkei 225

    40.369,44
    +201,37 (+0,50%)
     
  • Petrolio

    83,11
    -0,06 (-0,07%)
     
  • Bitcoin EUR

    65.370,35
    +371,40 (+0,57%)
     
  • CMC Crypto 200

    885,54
    0,00 (0,00%)
     
  • Oro

    2.254,80
    +16,40 (+0,73%)
     
  • EUR/USD

    1,0778
    -0,0015 (-0,14%)
     
  • S&P 500

    5.254,35
    +5,86 (+0,11%)
     
  • HANG SENG

    16.541,42
    +148,58 (+0,91%)
     
  • Euro Stoxx 50

    5.083,42
    +1,68 (+0,03%)
     
  • EUR/GBP

    0,8536
    -0,0010 (-0,12%)
     
  • EUR/CHF

    0,9720
    -0,0007 (-0,07%)
     
  • EUR/CAD

    1,4609
    +0,0003 (+0,02%)
     

Goldman Sachs ‘rialzista’ sul Bitcoin e le altre Criptovalute

La grande banca degli investimenti statunitense Goldman Sachs starebbe invertendo la rotta rispetto alle sue considerazioni sulle criptovalute, e si sarebbe messa sulla loro scia per analizzarle più da vicini, a partire dal bitcoin (BTC).

Un economista e fondatore della società di asset management Aike Capital, ha condiviso su Twitter gli screenshot di un report riservato della banca americana, che mostrano appunto come sia in atto una analisi approfondita del comparto dei crypto asset.

Il report, ha riferito Alex Kruger, come riportato da Decrypt, dovrebbe essere reso pubblico nei prossimi giorni dalla Goldman Sachs.

Lo studio incorpora anche le prospettive di Michael Novogratz, il fondatore della società di investimenti in asset criptovalutari Galaxy Digital Holdings. Ma riporta anche la visione sulle criptovalute di Michael Sonnenshein, il CEO di Grayscale, che detiene enormi quantità di capitali vincolati nelle criptovalute per conto dei suoi clienti.

ANNUNCIO PUBBLICITARIO

Goldman riporta le parole di Novogratz circa la domanda se le criptovalute sono una classe di attività oppure no.

Ovvia la risposta di Novogratz, lo sono, ma che Goldman Sashs la metta in evidenza nel suo studio lo è meno ed è al contempo significativo.

Per Novogratz il fatto che investitori ed istituzioni “credibili” stiano entrando nel mercato delle criptovalute “cementa” la posizione di questa classe di attività come “ufficiale”.

Anche il giudizio di Sonnenshein è positivo, affermando che ora gli investitori istituzionali apprezzano la presenza degli asset digitali come forma di diversificazione del portafoglio, pur essendo consapevoli che si tratta di una classe di attività altamente volatile.

Quel che piace a questo tipo di investitori sono le caratteristiche peculiari del bitcoin, la sua scarsità, il suo essere verificabile e quindi trasparente (grazie al block explorer si possono controllare tutte le transazioni, pur non conoscendo i nomi di chi muove l’asset).

Le criptovalute, inoltre, in questo momento sono viste come un rifugio contro l’inflazione e contro la svalutazione delle valute fiat.

Per questo tipo di investitori di alto profilo, prosegue Sonnenshein all’interno del report di Goldman Sachs, le criptovalute arricchiscono il portafoglio quando si è alla ricerca di ritorni più elevati.

Le “campane” a sfavore

Quello che va anche tenuto conto, è il fatto che la banca americana lo scorso anno si teneva molto alla larga dalle criptovalute considerandole qualcosa di altamente volatile e quindi pericoloso.

Cosa è cambiato? Forse la crescente pressione dei clienti che vorrebbero poter investire nelle criptovalute, o anche la presa di coscienza che proseguire con la filosofia del “ban” rischia di escluderli.

Ad ogni modo, qualsiasi sia la motivazione che li ha spinti ad scrivere un rapporto di approfondimento su questa classe di attività, non hanno fatto mancare la voce di una “campana” contraria ai crypto asset.

Si tratta dell’economista Nouriel Roubini, professore della University of New York, il quale ha una posizione fortemente avversa nei confronti delle criptomonete, che egli considera senza valore e utilità e senza alcuna relazione con i fondamentali dell’economia.

Neppure considera il bitcoin come un bene rifugio per conservare il valore delle proprie finanze. Insomma, per il professore Roubini, le criptovalute non sono proprio da considerare come un asset finanziario su cui investire.

Chi avrà ragione tra le due visioni? I prossimi mesi ed anni saranno decisivi. L’investitore tenga presente il più ampio quadro della digitalizzazione, perché anche le valute fiat da anni vengono dematerializzate.

This article was originally posted on FX Empire

More From FXEMPIRE: