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Google, sentenza Tribunale Ue su multa da 4,34 mld euro potrebbe costituire precedente

Il logo Google presso un negozio a Manhattan, New York

LUSSEMBURGO (Reuters) - La sentenza attesa per oggi da parte del Tribunale Ue per stabilire se Google, controllata di Alphabet, debba pagare una multa record da 4,34 miliardi di euro per abuso di posizione dominante esercitato dal suo sistema operativo mobile, Android, potrebbe costituire un precedente per altre indagini sulle pratiche commerciali del gruppo.

Tale multa si andrebbe ad aggiungere a quella da 2,42 miliardi già comminata a Google dalla Commissione Ue per aver favorito il suo sistema di comparazione prezzi (Google Shopping). D'altra parte, la responsabile dell'antitrust Ue Margrethe Vestager ha bisogno di una vittoria dopo le battute d'arresto quest'anno in casi che hanno coinvolto altri giganti tech come Intel e Qualcomm.

La commissaria europea per la Concorrenza ha attuato un giro di vite contro Big Tech, imponendo multe salate per garantire condizioni di parità nei 27 Paesi dell'Unione europea.

Vestager sta attualmente indagando anche l'attività pubblicitaria digitale di Google, l'accordo pubblicitario Jedi Blue con Meta, le norme dell'App Store di Apple, il mercato e l'uso dei dati di Meta e le pratiche di vendita online e di mercato di Amazon.

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Una sentenza contro Google, gruppo dominante nel mercato della telefonia insieme alla rivale Apple, potrebbe avere un impatto su alcuni di questi casi.

In una decisione del 2018, la Commissione europea ha sostenuto che Google abbia utilizzato Android per consolidare la propria posizione dominante nella ricerca generale su Internet attraverso pagamenti a grandi produttori e operatori di rete mobile.

Google ha detto di aver agito come innumerevoli altre aziende e che tali pagamenti e accordi contribuiscono a mantenere Android un sistema operativo libero, criticando la decisione dell'Unione europea in quanto non in linea con la realtà economica delle piattaforme software mobili.

Il gruppo paneuropeo dei consumatori Beuc, a sostegno della Commissione, ha sottolineato l'importanza della sentenza.

"È di fondamentale importanza che la corte confermi che il comportamento di Google negli ultimi anni è stato illegale e non può continuare, garantendo così che i consumatori possano beneficiare di un ambiente digitale più aperto e innovativo", ha detto Monique Goyens, direttore generale Beuc.

Anche se Google dovesse vincere, dovrà interrompere le pratiche individuate dalla Commissione in base alle norme tecnologiche di riferimento, note come Digital Markets Act, che entreranno in vigore l'anno prossimo e che mirano a limitare il potere dei giganti tecnologici statunitensi.

Le parti possono appellarsi per questioni di diritto alla Corte di giustizia Ue.

(Tradotto da Enrico Sciacovelli, editing Francesca Piscioneri)