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Greggio ancora in calo, crescono timori per economia globale e contagi Covid in Cina

Una miniatura di una pompa petrolifera sopra a una banconota da un dollaro Usa

LONDRA (Reuters) - Il greggio scivola bruscamente dopo il crollo della seduta precedente, zavorrato dai timori per la debolezza della domanda dovuta allo stato dell'economia globale e all'aumento dei contagi da Covid-19 in Cina.

Intorno alle 12,20 italiane, i futures sul Brent cedono 2,01 dollari, o il 2,45%, a 80,09 dollari il barile. Il greggio statunitense perde 1,87 dollari, o il 2,43%, a 75,06 dollari il barile.

Entrambi i benchmark sono crollati di oltre il 4% ieri, con il Brent che ha subito la più grande perdita giornaliera in oltre tre mesi.

Il governo cinese ha aumentato le quote di esportazione di prodotti petroliferi raffinati nel primo lotto per il 2023, segnalando le aspettative di una scarsa domanda interna.

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Il principale esportatore di petrolio, l'Arabia Saudita, potrebbe tagliare ulteriormente i prezzi del contratto di riferimento Arab Light verso l'Asia a febbraio, dopo averli fissati ai minimi di 10 mesi per questo mese, dato che i timori di un eccesso di offerta continuano a offuscare il mercato.

La direttrice del Fondo Monetario Internazionale ha avvertito che gran parte dell'economia globale vedrà un anno difficile nel 2023, poiché i principali motori della crescita globale - Stati Uniti, Europa e Cina - sono tutti alle prese con un indebolimento dell'attività.

Il dollaro statunitense si è indebolito oggi dopo aver registrato forti guadagni nella seduta precedente. L'indebolimento del dollaro di solito favorisce la domanda di greggio, in quanto le commodity denominate in dollari diventano più convenienti per i detentori di altre valute.

Ubs prevede che nel 2023 i prezzi del Brent saliranno a 110 dollari il barile, mentre il greggio Usa è stimato a 107 dollari il barile.

(Tradotto da Enrico Sciacovelli, editing Stefano Bernabei)