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Greggio, in calo su scorte Usa e dubbi su tagli alla produzione

Un'etichetta che riporta la scritta "petrolio greggio" apposta su un serbatoio di petrolio nel bacino Permiano a Mentone

LONDRA (Reuters) - I prezzi del petrolio sono in ribasso a causa dei dubbi sulla capacità dei produttori di greggio di concordare un'estensione dei tagli alla produzione, accentuati dai timori per l'aumento delle scorte di carburante negli Stati Uniti.

Alle 11,35, i futures sul Brent perdono 55 centesimi, o l'1,38%, a 39,24 al barile, registrando il primo calo in sei sessioni. Il greggio Usa scambia in ribasso di 73 centesimi, ovvero dell'1,96%, a 36,56 dollari al barile.

L'Arabia Saudita e la Russia, due dei maggiori produttori di petrolio al mondo, hanno concordato di sostenere l'estensione a luglio dei tagli alle forniture di 9,7 milioni di barili al giorno (bpd) supportati ad aprile dal gruppo Opec+, che comprende l'Organizzazione dei Paesi esportatori di petrolio e altri grandi produttori.

Non è stato tuttavia raggiunto un accordo sulla possibilità di tenere oggi una riunione dell'Opec+ per discutere i tagli. Secondo fonti dell'Opec, questo sarebbe condizionato a un rafforzamento dei tagli da parte di paesi che finora non hanno rispettato i loro obiettivi.

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L'Arabia Saudita, il Kuwait e gli Emirati Arabi Uniti non hanno in programma di estendere ulteriori tagli volontari di 1,18 milioni di barili dopo giugno, indicando che l'offerta di greggio potrebbe aumentare il prossimo mese indipendentemente da qualsiasi decisione dell'Opec+.

A pesare sui prezzi anche i dati Eia che hanno mostrato un accumulo delle scorte di benzina di 2,8 milioni di barili, quasi il triplo del previsto. Le riserve di distillati sono aumentate di 9,9 milioni, quasi quattro volte le attese.