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Greggio in leggero ribasso, sostenuto da deprezzamento dollaro, incombe tetto prodotti russi

Una pompa petrolifera a Soudron, in Francia

LONDRA (Reuters) - I prezzi del petrolio sono in leggero ribasso, dopo il crollo della seduta precedente, sostenuti dal deprezzamento del dollaro che ha favorito il sentiment, anche se le incombenti sanzioni sui prodotti petroliferi russi hanno aggiunto incertezza sull'offerta.

Alle 11,00 i futures del Brent perdono lo 0,19%, a 82,68 dollari al barile, mentre i futures del greggio statunitense West Texas Intermediate (WTI) perdono lo 0,09% a 76,34 dollari al barile.

Entrambi i benchmark sono crollati di oltre il 3% nella notte dopo che i dati governativi statunitensi hanno mostrato un forte aumento delle scorte di petrolio.

Nella giornata di ieri, la Federal Reserve ha incrementato il proprio tasso di riferimento di 25 punti base, pur continuando a promettere "continui aumenti" come parte della propria battaglia contro l'inflazione.

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L'indice del dollaro statunitense è sceso ai minimi di nove mesi in risposta alle scommesse sul rialzo dei tassi. Il deprezzamento del biglietto verde rende il petrolio meno costoso per i detentori di altre valute, favorendo la domanda.

I Paesi dell'Ue cercheranno di trovare un accordo sulla proposta della Commissione Europea di fissare dei tetti ai prezzi dei prodotti petroliferi russi, dopo aver rinviato la decisione nella giornata di ieri a causa delle divisioni tra gli Stati membri, hanno detto i diplomatici.

La settimana scorsa la Commissione europea ha proposto che a partire dal 5 febbraio l'Ue applichi un tetto di prezzo di 100 dollari al barile sui prodotti petroliferi russi di qualità superiore, come il diesel, e un tetto di 45 dollari al barile sugli altri prodotti come l'olio combustibile.

Nel frattempo, un gruppo di esperti dell'Opec+ ha confermato la propria approvazione all'attuale politica di produzione del gruppo durante la riunione di ieri, decidendo di mantenere invariati i tagli alla produzione concordati l'anno scorso, alla luce delle speranze di un aumento della domanda cinese e delle prospettive incerte dell'offerta russa.

L'Opec+ ha deciso di tagliare il proprio obiettivo di produzione di 2 milioni di barili al giorno - circa il 2% della domanda globale - dal novembre dello scorso anno fino alla fine del 2023 per sostenere il mercato.

(Tradotto da Luca Fratangelo, editing Stefano Bernabei)