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Greggio, prezzi in calo, coronavirus mina domanda in Cina

Un dipendente Sinopec cammina davanti a un serbatoio di petrolio nella raffineria a Wuhan, nella provincia di Hubei

LONDRA/SINGAPORE (Reuters) - I prezzi del petrolio calano oggi ai loro minimi di oltre un anno, zavorrati dai timori di una domanda ridotta in Cina, principale importatore di greggio, dopo la diffusione dell'epidemia di coronavirus.

I futures sul Brent scambiano in ribasso di 11 centesimi a 56,51 dollari il barile intorno alle 11,20 italiane. I prezzi sono calati di oltre un dollaro nel corso della sessione a 55,42 dollari, ai minimi sin da gennaio 2019.

I futures sul greggio Usa scambiano in rialzo di 22 centesimi a 51,78 dollari il barile, dopo aver toccato minimi di sessione a 50,42 dollari, nuovamente ai minimi sin da gennaio 2019.

Il ministro del Petrolio iraniano Bijan Zanganeh ha detto che la diffusione del coronavirus ha danneggiato la domanda del petrolio e ha richiesto uno sforzo per stabilizzare i prezzi.

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"Il mercato petrolifero è sotto pressione e i prezzi sono calati sotto i 60 dollari il barile e vanno fatti sforzi necessari per equilibrare", secondo Zanganeh.

Ha aggiunto che l'Iran sarebbe disposta a partecipare a un meeting anticipato dell'Opec se i restanti membri del gruppo fossero d'accordo sui tagli alla produzione di petrolio. L'Opec+ sta considerando una riunione a febbraio anziché a marzo.

Mentre l'epidemia di coronavirus influenza la domanda di carburante in Cina, Sinopec, il maggiore raffinatore in Asia, ha imposto tagli per circa 600.000 barili al giorno per l'intero mese nei propri impianti.

Raffinerie indipendenti nella provincia di Shandong, la quale importa circa un quinto del greggio in Cina, hanno tagliato la produzione del 30% al 50% in poco più di una settimana, secondo quanto riferito da dirigenti e analisti.

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