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Greggio, rimbalza dopo crollo prezzi ieri, verso quarta settimana in calo

Una pompa di petrolio di IPC Petroleum France è vista al tramonto fuori Soudron.

LONDRA (Reuters) - I prezzi rimbalzano dopo il crollo di ieri, che li ha visti perdere il 5% e toccare i minimi di quattro mesi, a causa dei timori per l'aumento dell'offerta non-Opec e per un raffreddamento della domanda.

Alle 12,30 i futures del Brent guadagnano l'1,23% a 78,37 dollari al barile. Il greggio statunitense West Texas Intermediate (WTI) tratta a a $73,66, in rialzo di 76 centesimi, anch'esso dell'1% circa.

Entrambi i contratti hanno perso circa un sesto del loro valore nelle ultime quattro settimane e sono avviati verso la quarta settimana consecutiva di perdite.

"I prezzi del petrolio sono in leggero calo quest'anno, nonostante la domanda superi le nostre aspettative più ottimistiche", hanno detto gli analisti di Goldman Sachs in una nota.

"L'offerta "non-core" dell'Opec è stata molto più forte del previsto, anche se in parte compensata dai tagli dell'Opec".

Il calo del petrolio di questa settimana è stato innescato principalmente da un forte aumento delle scorte di greggio negli Stati Uniti e da una produzione che si è mantenuta a livelli record, mentre anche i segnali di disgelo della domanda in Cina hanno suscitato preoccupazioni.

Ma il precipitoso calo di ieri ha indotto alcuni analisti a chiedersi se il ribasso non fosse eccessivo, soprattutto alla luce dell'escalation di tensioni in Medio Oriente che potrebbero interrompere le forniture di petrolio e dell'impegno statunitense a un nuovo giro di sanzioni contro l'Iran, uno dei finanziatori di Hamas.

Un altro fattore che ha contribuito al crollo dei prezzi è stato l'aumento del numero di americani che hanno presentato nuove richieste di sussidi di disoccupazione e una leggera contrazione dei dati sulla produzione industriale.

(Tradotto da Luca Fratangelo, editing Claudia Cristoferi)