Greggio, timori per offerta Libia, Iraq sostengono prezzi
(Reuters) - I prezzi del petrolio sono in rialzo per effetto dell'interruzione della fornitura della produzione libica e per i piani iracheni di riduzione della produzione, che hanno aumentato i timori sull'offerta, mentre i dati sull'economia statunitense sono cresciuti più rapidamente delle stime iniziali, attenuando i timori di recessione.
I segnali di indebolimento della domanda, in particolare in Cina, hanno comunque limitato i guadagni.
I futures del Brent per la consegna di ottobre, che scadono oggi, sono in rialzo di 9 centesimi, o dello 0,11%, a 80,03 dollari al barile alle 11,50 italiane. Il contratto più attivamente negoziato per novembre guadagna 5 centesimi, o dello 0,05%, a 78,9 dollari al barile.
I futures del greggio statunitense West Texas Intermediate salgono di 6 centesimi, o lo 0,08%, a 75,91 dollari al barile.
Il giorno prima entrambi i benchmark erano saliti di oltre 1 dollaro, con un aumento rispettivamente dell'1,75% e dell'1,9% per la settimana in corso.
Nel frattempo, anche le forniture irachene dovrebbero ridursi dopo che la produzione del Paese ha superato la sua quota Opec+, ha detto ieri a Reuters una fonte con conoscenza diretta della questione.
L'Iraq prevede di ridurre la propria produzione di petrolio tra i 3,85 e i 3,9 milioni di bpd il mese prossimo.
Gli investitori attendono anche la pubblicazione dell'indice dei prezzi delle spese per consumi personali (Pce) degli Stati Uniti, ossia l'indicatore dell'inflazione preferito dalla Federal Reserve, , prevista in giornata, che potrebbe fornire indizi sull'entità del taglio dei tassi previsto per settembre.
Una riduzione dei tassi può favorire la crescita economica e la domanda di petrolio.
(Tradotto da Alejandra Rosales, editing Stefano Bernabei)