La guerra commerciale c'è: l'Ue risponde ai dazi di Trump
La decisione di imporre dei dazi commerciali su acciaio (+25%) e alluminio (+10%) da parte del presidente Usa Donald Trump ha fatto la sua prima vittima.
Il caso
Si tratta di Gary D. Cohn, ex banchiere do Goldman Sachs (NYSE: GS-PB - notizie) nonché consigliere economico di Trump e fautore della riforma fiscale recentemente approvata al Congresso. Le dimissioni nascono dallo scontro tra Cohn e Trump circa l'adozione di misure protezionistiche che potrebbero incidere gravemente sull'economia Usa, in ripresa anche grazie al taglio delle aliquote e alle facilitazioni per il rientro dei capitali dall'estero. Sull'orlo del baratro anche John Kelly, dato per dimissionario nelle prossime settimane nonostante le smentite piovute da più parti. Da tempo Cohn era impegnato in una mediazione fra gli estremisti delle politiche pro-Usa della cerchia presidenziale e quelli più tolleranti e favorevoli ad ua politica commerciale più moderata. Ma l'ex banchiere deve lamentare altri motivi di tensione con il Commander in Chief (Taiwan OTC: 3345.TWO - notizie) che risalgono all'estate scorsa ovvero quando, dopo gli scontri di Charlottesville dell'agosto 2017, Trump aveva usato parole di condanna troppo soft secondo Cohn contro i suprematisti bianchi. L'aumento sulle materie prime è sembrato una carta da giocare nella trattativa per le rinegoziazioni del Nafta: il Canada, infatti, è il maggior esportatore di acciaio verso Washington e quindi avrebbe potuto trovarsi nella situazione di mercanteggiare il taglio dei dazi in cambio di una revisione dell'accordo di libero scambio più favorevole alla versione chiesta da Trump.
Lo scacchiere europeo
Non si sono fatte attendere le reazioni dell'Ue che, dopo le parole di Trump sarebbe pronta a imporre i propri dazi: 25% sulle merci importate dagli Usa. Nello specifico si tratterebbe di moto, bourbon e jeans, ma non è escluso che, sul medio periodo, possa anche estendersi ad altre voci.
Intanto il numero uno del Fondo Monetario Internazionale (FMI) Christine Lagarde ha avvertito sui rischi che una guerra commerciale globale potrebbe portare, rappresentando una sconfitta per tutti. Una posizione nettamente contraria a quella del presidente Trump secondo cui "le guerre commerciali sono buone". Secondo quanto riferito, invece, dalla Lagarde, "L'impatto macroeconomico sarebbe serio, non solo se gli Stati Uniti agissero, ma soprattutto se altri paesi dovessero vendicarsi, in particolare quelli che sarebbero più colpiti, come il Canada, Europa e Germania in particolare" aggiungendo che "In una guerra commerciale, caratterizzata da aumenti reciproci delle tariffe di importazione, nessuno vince, ma tutti si trovano ad essere perdenti”.
Per ulteriori notizie, analisi, interviste, visita il sito di Trend Online