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Guida al voto in Germania. Si chiude l'era Merkel, il rompicapo delle alleanze

(Photo: Sean Gallup via Getty Images)
(Photo: Sean Gallup via Getty Images)

Si chiude dopo 16 anni l’era Merkel in Germania. Domenica 26 settembre i tedeschi sono chiamati a eleggere il nuovo Bundestag, la Camera bassa del Parlamento federale, che dovrà poi trovare una maggioranza e votare la fiducia al nuovo cancelliere che guiderà il Paese per i prossimi 4 anni. Angela Merkel resterà in carica fin quando non prenderà forma il nuovo Governo.

Chi vota. Sono chiamati alle urne gli over 18. Gli aventi diritto sono 60,4 milioni (su una popolazione di 83 milioni); 2,8 milioni votano per la prima volta.

Quando si vota. I seggi aprono dalle 8 alle 18 di domenica 26 settembre. Il voto postale è disponibile già da alcune settimane, con le schede che devono arrivare entro l’orario di chiusura dei seggi.

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Il sistema elettorale. Si vota con il proporzionale “alla tedesca”. Per entrare in Parlamento bisogna superare la soglia di sbarramento del 5%; vengono eletti con sistema proporzionale 598 seggi; possono essere eletti deputati aggiuntivi, cioè i cosiddetti ‘overhang seats’ e ‘balance seats’. Nel dettaglio, ogni elettore esprime due voti: con il primo vota un candidato e con il secondo un partito. Sulla prima scheda sceglie direttamente un candidato della sua circoscrizione, e in questo modo si scelgono 299 seggi (a maggioranza semplice); sulla seconda scheda, invece, vota la lista di un partito del suo Land, cioè della sua regione (in totale in Germania ci sono 16 Laender), contribuendo così sia all’assegnazione di almeno altri 299 seggi, sia a decidere il peso reale di ogni forza politica nel nuovo Bundestag. Con questo secondo voto si stabilisce l’effettiva distribuzione dei seggi in Parlamento. Il Bundestag uscente è composto dal numero record di 709 parlamentari.

Chi si contende la Cancelleria. I partiti in corsa alle elezioni sono 47, ma pochi hanno realisticamente possibilità di superare la soglia di sbarramento del 5% per entrare al Bundestag. Il blocco conservatore composto da Cdu e Csu sostiene Armin Laschet. I socialdemocratici della Spd candidano alla Cancelleria l’attuale ministro delle Finanze Olaf Scholz. I Verdi puntano su Annalena Baerbock. Altri partiti che potrebbero entrare in una coalizione sono il partito liberaldemocratico Fdp e i socialisti di Die Linke. Fuori da possibili coalizioni l’estrema destra xenofoba AfD.

Chi è Armin Laschet.Moderato, cattolico, uomo di centro. Al Congresso della Cdu è riuscito ad imporsi sui concorrenti Norbert Roettgen e Friedrich Merz per conquistare la guida del partito, poi ha vinto il durissimo duello con il capo della Csu, Markus Soeder, per la nomina a candidato cancelliere. Da allora il tocco magico è svanito e per Laschet è cominciato un incubo: i sondaggi in costante discesa, le terribili inondazioni del Nordreno Vestfalia (di cui è governatore), le gaffe come quando è stato colto a ridere sui luoghi delle inondazioni, le pessime performance in tv (ha perfino risposto irritato a un ragazzino di 11 anni). Secondo le ultime rilevazioni, la Cdu rischia uno dei peggiori risultati per i conservatori tedeschi dal dopoguerra ad oggi.

Chi è Olaf Scholz. Le ultime settimane hanno trasformato un noioso e rassicurante politico di lungo corso, ex sindaco di Amburgo, ex ministro del Lavoro ora alle Finanze, nell’uomo della Provvidenza per la Spd. La cavalcata delle ultime settimane lo colloca ora in cima ai favoriti per la successione di Angela Merkel. La Spd ha preso a correre e Scholz si presenta come leader capace di assicurare la stabilità e il cambiamento. La sua campagna elettorale si è concentrata soprattutto dai temi sociali: pensioni stabili, l’aumento del salario minimo a 12 euro, lotta moderata ai cambiamenti climatici.

Chi è Annalena Baerbock. La corsa della leader dei Verdi è cominciata forte, ma troppo presto. “Io sono il cambiamento, gli altri lo status quo” dice Baebock, che solo pochi mesi fa faceva sognare gli ambientalisti tedeschi che la vedevano futura cancelliera. Da allora il quadro è cambiato: la campagna elettorale ha visto l’ascesa della Spd a fronte di una discesa dei consensi dei Verdi. Frutto anche di errori e polemiche, come quella su alcuni compensi-bonus non dichiarati agli uffici del Bundestag, poi la vicenda di alcuni abbellimenti del curriculum vitae, infine le “rivelazioni” circa passaggi “rubati” presenti nel libro a sua firma lanciato in piena campagna elettorale. Ma i Verdi saranno comunque determinanti per qualsivoglia coalizione di governo si riuscirà a mettere in piedi a Berlino.

Quando si saprà chi ha vinto. Si dovrà attendere solo qualche ora dalla chiusura dei seggi per avere un quadro dei consensi raccolti dai partiti, mentre per conoscere il nome del nuovo cancelliere potrebbero volerci tempo. L’ultimo Governo Merkel, quarto mandato per la cancelliera, sostenuto dalla Grande Coalizione Cdu/Spd, impiegò quasi 6 mesi per nascere. Se falliscono due tentativi di eleggere un cancelliere a maggioranza, la Costituzione permette al presidente di nominare il candidato che abbia ottenuto la maggior parte dei voti nella terza votazione oppure di sciogliere il Bundestag per andare a nuove elezioni: questo finora non è mai successo.

Una panoramica sulle coalizioni possibili. Per indicare le possibili coalizioni in Germania si usa un codice di colori che identifica ogni partito con un colore (nero per Cdu/Csu, rosso sia per Spd che per Die Linke, giallo per Fdp, verde per i Verdi).

KENYA (nero, rosso, verde) - Sarebbe una “Grande coalizione” Cdu/Spd allargata ai Verdi. Naturalmente chi sarebbe chiamato a scegliere il cancelliere farà la differenza.

SEMAFORO (rosso, giallo, verde) - Socialdemocratici, liberali e Verdi, un inedito a livello federale.

GIAMAICA (nero, giallo, verde) - Conservatore, liberali e Verdi, altro inedito a livello federale. Nel 2017 fu proprio un crollo dei negoziati per una coalizione Giamaica a far protrarre per mesi la formazione di un nuovo governo Merkel.

GERMANIA (nero, rosso, giallo) - Una combinazione fra conservatori, socialdemocratici e liberali.

ROSSO-ROSSO-VERDE - È l’ipotesi più a sinistra. Spd, Linke e Verdi è lo spettro che viene agitato dai conservatori, che invece escludono categoricamente di aprire a un dialogo con la sinistra radicale.

KIWI - Cdu e Verdi, un’alleanza che al momento non sembra avere numeri.

L’ultimo sondaggio. Vantaggio di tre punti per la Spd su Cdu/Csu, I socialdemocratici restano al 25%, Cdu e Csu al 22%. Stabili in terza posizione con il 17% i Verdi. I Liberali della Fdp si attestano al 12%, l’Afd al 10%, la Linke è al 6%.

L’uomo da tenere d’occhio. Christian Lindner è il leader dei liberali. Si guarda a lui come al ‘Kanzlermacher’, la persona che dovrà decidere chi sarà il prossimo cancelliere. Se dovesse davvero vincere Scholz, esplorerebbe la strada di un’intesa con Verdi e Liberali (la cosiddetta coalizione Semaforo). Ed è qui che il giovane Lindner sarebbe chiamato a trattare con partiti non affini, con i quali l’Fdp comunque governa in diverse regioni. “Noi negozieremo sui contenuti.
Vogliamo alleggerire le tasse, frenare il debito, puntare su finanze solide e su una protezione del clima che si basi sulla spinta alle tecnologie più che sulle rinunce”, ha detto in un’intervista a NTV. Non sa “immaginare”, è la sottolineatura arrivata in più occasioni, un’intesa con Spd e Verdi, mentre “preferirebbe” la coalizione Giamaica.

Questo articolo è originariamente apparso su L'HuffPost ed è stato aggiornato.