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Heineken, nuovo Ceo taglierà 8.000 posti su conseguenze pandemia

Logo Heineken a San Paolo

BRUXELLES (Reuters) - Heineken prevede di tagliare circa 8.000 posti di lavoro, nel tentativo di riportare i margini operativi ai livelli pre-pandemici, dopo il forte calo degli utili a causa delle restrizioni dovute al coronavirus.

Lo ha annunciato il gruppo olandese, il secondo più grande produttore di birra al mondo e il produttore della birra chiara più venduta in Europa, insieme a Tiger e Sol, aggiungendo che risparmierà 2 miliardi di euro nei tre anni fino al 2023, nell'ambito del piano "EverGreen" del Ceo Dolf van den Brink.

I risparmi saranno realizzati ridisegnando l'organizzazione del gruppo, riducendo la complessità e il numero dei prodotti e identificando le spese meno utili.

La revisione delle attività comporterà la perdita di circa 8.000 posti di lavoro - pari al 9% della forza lavoro alla fine del 2019 - e un relativo costo di 420 milioni di euro. Le spese per il personale saranno ridotte di circa 350 milioni di euro, ha aggiunto la società.

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Il produttore ha affermato che le continue restrizioni agli incontri sociali e ai luoghi di ospitalità si rifletteranno nel 2021 in un calo dei ricavi, dell'utile operativo e del margine sull'utile operativo al di sotto dei livelli del 2019.

Heineken prevede che le condizioni di mercato miglioreranno gradualmente nel 2021 e ancora nel 2022, con una lenta ripresa nei bar e ristoranti europei, meno del 30% dei quali erano aperti alla fine di gennaio.

((Tradotto da Redazione Danzica, in redazione a Milano Gianluca Semeraro, alice.schillaci@thomsonreuters.com, +48587696614))