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Hollande abbassa l'età pensionabile, mentre l'Italia è il paese europeo in cui si lavora più a lungo

François Hollande l'aveva promesso in campagna elettorale ed ecco che, a pochi giorni dalle elezioni legislative, il governo francese, per voce del Ministro degli Affari Sociali Marisol Touraine, annuncia le misure che permetteranno ad alcune categorie di lavoratori dipendenti (in tutto circa 110.000 persone, solo nel 2013) di poter andare in pensione a 60 anni, se si sono versati contributi per almeno 41 anni (con benefit aggiuntivi per i disoccupati e le madri di famiglia).
In controtendenza rispetto alle misure richieste dall'Europa in modo così continuativo da diventare quasi, nell'immaginario comune, dei sacrifici ineluttabili, l'attuale governo socialista d'oltralpe ha deciso quindi di tornare indietro rispetto ai provvedimenti adottati da quello conservatore precedente, riducendo l'età pensionabile di due anni. Come prevedibile, i sindacati si sono dichiarati molto soddisfatti per la direzione intrapresa in modo concreto, mentre il Medef (l'equivalente francese di Confindustria) prende atto della misura (che aumenta i contributi a carico delle aziende) in modo estremamente critico, paventando ripercussioni sull'intera economia francese. Decisamente contrario l'UMP, che prevede un generalizzato aumento delle tasse, anche se, secondo i calcoli del governo, la misura peserà, per un dipendente pagato al salario minimo legale, appena 1,4 euro al mese.
Bisognerà sicuramente valutare nel tempo l'impatto di questo cambio di direzione, ma intanto, sembra dimostrare che è possibile uscire dalla restrittiva logica del pensiero unico dominante per fronteggiare la crisi. E la notizia arriva quasi contemporaneamente alla diffusione del Libro Bianco delle Pensioni diffuso dall'Europa, in cui si certifica che l'Italia è il Paese dell'Unione in cui si andrà in pensione più tardi, a partire dal 2020, per effetto della Riforma attuata dal Governo Monti. Già tra 8 anni, infatti, salvo correzioni di marcia come quella avvenuta in Francia (che però appare meno probabile da noi, nel panorama politico attuale particolarmente omologato e uniforme), l'età pensionabile arriverà praticamente a 67 anni (66 anni e 11 mesi). Ma non si fermerà qui, perché la Riforma, approvata con i voti di Centrodestra e Centrosinistra, prevede periodici adeguamenti dell'età pensionabile all'aspettativa di vita alla nascita. Questo dovrebbe innalzare l'età a 68 anni e 11 mesi nel 2040, a 69 anni e 9 mesi nel 2050 e a 70 anni e 3 mesi nel 2060, anno in cui, salvo diverse modifiche della legge, in Germania si potrà andare in pensione a 67 anni e in Regno Unito a 68.
Secondo il parere della Commissione Europea, l'innalzamento dell'età pensionabile è inevitabile. Le scelte del governo francese sembrano smentirla. Il tempo ci dirà chi ha ragione.