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Hong Kong, le prime elezioni "patriottiche". Imponente schieramento di polizia

Domenica di voto ad Hong Kong. Circa 5.000 persone provenienti da circoscrizioni per lo più favorevoli all’establishment sono chiamate al voto per i candidati pro-Pechino che sceglieranno il prossimo leader della città sostenuto dalla Cina.

Quasi del tutto assenti i candidati a favore della democrazia. La maggior parte degli attivisti e dei politici democratici di spicco sono ora imprigionati o sono fuggiti all’estero. E’ la prima volta da quando Pechino ha revisionato il sistema elettorale di Hong Kong per garantire che “solo i patrioti” governino la metropoli. Per la governatrice Carrie Lam l’obiettivo è di migliorare il sistema elettorale della Regione amministrativa speciale di Hong Kong e garantire che i patrioti amministrino la città.

Intanto la polizia ha rafforzato la sicurezza ovunque. Circa 6000 gli ufficiali dispiegati per garantire la regolarità delle elezioni.

Le modifiche di Pechino

Le modifiche al sistema politico sono l’ultima di una serie di mosse – inclusa una legge sulla sicurezza nazionale che penalizza tutto ciò che Pechino considera sovversione, separatismo, terrorismo. Il Parlamento cinese ha cambiato il sistema elettorale di Hong Kong, riducendo la rappresentanza democratica nelle istituzioni e introducendo un meccanismo per valutare i candidati e i vincitori delle elezioni.

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La Cina ha promesso il suffragio universale come obiettivo finale di Hong Kong nella sua mini-costituzione, la Legge fondamentale, che afferma anche che la città gode di un’ampia autonomia da Pechino. Diversi uomini d’affari di spicco, tra cui l’uomo più ricco di Hong Kong Li Ka-shing, per la prima volta non faranno parte della commissione elettorale, perché Pechino cerca di riequilibrare il potere dai grandi conglomerati alle piccole imprese.

Per i sostenitori della democrazia e per i paesi occidentali le riforme politiche introdotte stanno spostando la città nella direzione opposta, lasciando all’opposizione democratica il più grande spazio che ha avuto da quando la Gran Bretagna ha restituito la sua ex colonia alla Cina nel 1997.