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I commenti di Yellen spingono l’USD

I commenti da falco di Yellen danno una spinta temporanea all’USD

di Arnaud Masset

Ieri gli investitori hanno reagito bruscamente ai commenti della presidente della Fed Yellen, secondo cui aspettare troppo prima di continuare ad alzare i tassi in un contesto di inflazione in aumento potrebbe riservare una “brutta sorpresa”. Inizialmente, l’USD ha ottenuto una forte spinta e si è apprezzato contro gran parte delle valute: dello 0,60% contro l’EUR, dell’1% contro lo yen e dello 0,40% contro il CHF. Come previsto, il peso messicano ieri ha fatto registrare l’andamento peggiore, la coppia USD/MXN ha raggiunto un nuovo massimo storico, a 22,0090, per la coincidenza sfortunata di due eventi negativi, ovvero il discorso di Yellen e l’insediamento di Trump in programma domani.

Anche se il mercato sa perfettamente che l’inflazione potrebbe accelerare in modo significativo nel corso dell’anno, è anche consapevole che ciò dipenderà principalmente da ciò che farà Trump. Guardando al comportamento dei mercati valutari, notiamo che gli investitori non credono del tutto alla storia della Trumpflazione, anche le aspettative sull’inflazione stanno cambiando lievemente direzione.

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In questo contesto, le valute legate alle materie prime di alta qualità, come l’aussie (AUD) e il kiwi (NZD), fanno registrare le prestazioni migliori nel comparto G10. I partecipanti al mercato sembrano invece restii a tenere divise dei mercati emergenti come il peso cileno e colombiano, ieri in calo rispettivamente dello 0,40% e dello 0,48%; intanto in Asia il won coreano è scivolato dello 0,92% contro il biglietto verde, e la coppia USD/KRW è balzata a 1.177,50. Il vento però sta cambiando di nuovo, gli investitori si preparano all’evento di domani e limitano la loro esposizione lunga sull’USD.

I toni da falco di Yellen danno una spinta all’USD

di Peter Rosenstreich

L’USD continua a rafforzarsi sull’onda dei commenti da falco della presidente della Fed Yellen. Le osservazioni inaspettate hanno innescato un rally dei rendimenti dei titoli a scadenza breve, sostenendo l’USD contro le valute del G10 a basso rendimento e sensibili ai tassi (JPY e CHF). Le previsioni di un rialzo del tasso d’interesse dalla Fed a marzo sono balzate dal 30% al 35%. Yellen ha avvertito che gli USA rischiano una “brutta sorpresa,” se rinvieranno troppo a lungo il restringimento della loro politica monetaria. Ha ripetuto che, se la Fed non interverrà, poi dovrà accelerare per rimettersi al passo e ciò potrebbe spingere gli USA nella recessione. Yellen ha proseguito segnalando “qualche” rialzo (probabilmente tre) nel 2017 (il ciclo durerà fino alla fine del 2019). Sospettiamo che il ritmo dei rialzi suggerito da Yellen sarà veloce, considerando che l’accelerazione economica USA è da inserirsi con tutta probabilità in un ciclo di declino. Tuttavia, l’incognita vera è l’effetto della presidenza Trump. Da un lato, abbiamo un’agenda per la crescita, che farebbe accelerare l’economia e costringerebbe la Fed a frenare. D’altro canto, la guerra commerciale che si sta sviluppando fra gli USA e la Cina, rafforzata dalla nomina a Segretario del Commercio di Wilbur Ross, noto per le sue dichiarazioni contro la Cina di fronte al Congresso, potrebbe fermare rapidamente l’attività. Riteniamo davvero possibile una vera e propria guerra commerciale fra gli USA e la Cina nel 2017. Ross ha promesso di portare avanti l’agenda protezionista di Trump e ha anche un interesse personale, dopo anni in cui è stato battuto dai cinesi nel settore dell’acciaio e del carbone. A breve, in vista dell’insediamento del presidente USA, con la curva dei rendimenti USA in calo e i nuovi rialzi del tasso promessi da Yellen, prevediamo un’altra fase rialzista per l’USD. A nostro avviso, l’operazione più probabile resta l’andare lunghi sull’USD contro MXN e JPY.

Non perdetevi la BCE (Toronto: BCE-PRA.TO - notizie)

di Peter Rosenstreich

Oggi ci sarà la riunione della Banca Centrale Europea e tutti prevedono che la politica non subirà variazioni. Tuttavia, anche se ci aspetta un non-evento, potrebbe esserci qualche piccolo fuoco d’artificio. Alla riunione di dicembre, i tassi d’interesse di riferimento sono rimasti invariati per la sesta seduta consecutiva, invece gli acquisti di asset sono diminuiti, da 80 a 60 miliardi di euro, e prorogati fino a marzo 2017. I dati economici europei si sono stabilizzati ulteriormente, ma l’incertezza politica dagli USA ha consentito all’euro di rimanere debole, sostenendo altresì l’espansione economica. Sulla base del contesto macroeconomico effettivo (lontano dai clamori), crediamo che arriveranno segnali di un’altra modifica della politica (consideriamo l’aggiustamento di dicembre un restringimento). Eventuali commenti positivi sulle prospettive d’inflazione, come la tendenza rialzista della crescita delle retribuzioni, saranno segnali rialzisti per l’euro. Nonostante l’imminente dramma politico europeo e il rischio italiano, crediamo che la BCE stia per segnalare la fine della politica monetaria non convenzionale (probabilmente a settembre). Per il breve termine, siamo costruttivi in previsione di una sorpresa da falco, l’attuale rimbalzo di recupero dell’EUR/CHF dovrebbe raggiungere quota 1,07600 e l’EUR/JPY dovrebbe testare il massimo di fascia a 123,75.

Autore: Swissquote Per ulteriori notizie, analisi, interviste, visita il sito di Trend Online