I lavoratori italiani sono sempre più vecchi: estetisti, militari e venditori i più giovani
L’Italia che lavora è sempre più vecchia. I lavoratori più giovani hanno 36 anni, i più esperti circa sessanta. L’istantanea dei lavoratori italiani, secondo il monitoraggio del Sole 24 Ore, vede i professori ordinari di università come i più vecchi, con oltre 60 anni, mentre i più giovani sono quelli “somministrati” dalle agenzie per il lavoro che hanno 36 anni.
In mezzo ballano 24 anni di differenza. I lavoratori più vecchi sono tutti i dipendenti pubblici: dai prefetti ai magistrati, insegnanti e impiegati ministeriali e degli enti locali. I junior sono lavoratori che appartengono a diversi gruppi come psicologi, contabili, militari delle forze armate e di polizia, tecnici informatici e magazzinieri, parrucchieri, estetisti e venditori.
Su 100 professioni analizzate, i primi 70 posti sono occupati da lavoratori da 43 anni e mezzo in su, al di sopra dell’età media della popolazione attiva. L’Italia è al secondo posto, dopo la Germania, nella graduatoria dei lavoratori più vecchi d’Europa. I settori che sono invecchiati di più sono quelli dei commercianti e delle professioni qualificate nei servizi alla persone, come governanti, badanti e baby sitter. Da un confronto tra il 2006 e il 2015 gli impiegati in questi settori hanno in media 8 anni in più.
Le quote rosa sono inferiori al 10 per cento tra i meccanici, elettricisti e forze di polizia. Sono al 90 per cento tra le badanti e le dipendenti di studi professionali. La professione di quasi esclusivamente al femminile? Le insegnanti di scuola materna e elementare: il 96,8 per cento è donna.