Annuncio pubblicitario
Italia markets open in 8 hours 43 minutes
  • Dow Jones

    37.798,97
    +63,86 (+0,17%)
     
  • Nasdaq

    15.865,25
    -19,77 (-0,12%)
     
  • Nikkei 225

    38.471,20
    -761,60 (-1,94%)
     
  • EUR/USD

    1,0619
    -0,0007 (-0,06%)
     
  • Bitcoin EUR

    60.176,43
    +821,71 (+1,38%)
     
  • CMC Crypto 200

    885,54
    0,00 (0,00%)
     
  • HANG SENG

    16.248,97
    -351,49 (-2,12%)
     
  • S&P 500

    5.051,41
    -10,41 (-0,21%)
     

I mercati emergenti cavalcano la ripresa del commercio mondiale

Xavier Hovasse, Gestore azionario emergenti di Carmignac, spiega che i mercati emergenti stanno preformando bene e il trend è destinato a proseguire. Il commercio mondiale è in ripresa e la crescita delle esportazioni di questi mercati sta accelerando. Riteniamo che ci sia una correlazione diretta tra questa accelerazione e la performance degli utili societari nella regione. Anche i paesi che hanno faticato a trovare la via della crescita alla fine del 2016, come ad esempio Russia e Brasile, oggi sono in ripresa.

Un cambiamento netto dovuto al “Taper Tantrum”

Dal Taper Tantrum del 2013, un certo numero di paesi emergenti sono stati obbligati a inasprire la loro politica monetaria, adeguare il proprio deficit fiscale e i saldi delle partite correnti - spiega Xavier Hovasse -. La maggior parte dei disavanzi in conto corrente in questi paesi si è ridotta o addirittura è diventata positiva, cosa che ne ha migliorato i fondamentali, aumentando la resilienza ai movimenti di liquidità degli USA.

Un altro cambiamento chiave che abbiamo visto nei mercati emergenti è stato l'inizio di una tendenza alla disinflazione, che ha permesso alle Banche centrali di ridurre i tassi.

ANNUNCIO PUBBLICITARIO

Tutte queste modifiche hanno permesso ai mercati emergenti di ottenere un premio al rischio interessante e di conseguenza il differenziale di rendimento reale tra emergenti ed economie sviluppate ha raggiunto nuovi massimi.

Internet e la new economy in Cina offrono opportunità nell’azionario

Nonostante oggi le valutazioni del settore azionario siano meno convincenti rispetto a quelle dell’obbligazionario, l’azionario dei mercati emergenti offre ancora delle opportunità.

L'universo dei mercati emergenti è notevolmente cambiato - spiega Xavier Hovasse -. Infatti, in precedenza, il più grande paese presente negli indici degli emergenti era il Sudafrica, con il maggior peso sui settori bancario e minerario. Oggi internet è più diffuso in Cina (incluso Naspers) che in America Latina. Da soli Tencent (HKSE: 0700-OL.HK - notizie) e Alibaba (Berlino: AHLA.BE - notizie) rappresentano l'11% dell’indice MSCI EM. Si tratta di società growth con multipli elevati, e questo è il motivo per cui le valutazioni non sono così elevate rispetto alla media storica, se prendiamo in considerazione questi cambiamenti.

Al momento riteniamo che ci siano grandi opportunità nell’azionario cinese, mentre il mercato obbligazionario del paese non è altrettanto interessante, dato che è relativamente costoso e il rischio corporate è fissato dalle agenzie di rating cinesi e non dagli organismi internazionali, il che complica la valutazione dei rischi. L'approccio di Carmignac si basa esclusivamente sull’investimento nel settore della new economy, in particolare in società che si auto finanziano e presentano un saldo netto di cassa, cosa molto differente rispetto al nostro benchmark e a differenza di molti nostri competitor.

Molti gestori guarderanno con attenzione al Congresso del Partito Comunista Cinese, perché qualsiasi decisione politica che ne deriverà avrà un impatto che porterà al rallentamento dell’economia. Misure come la riduzione del credito e l'imposizione di restrizioni alle industrie inquinanti potrebbero avere gravi effetti nel breve termine.

Tuttavia l'approccio a lungo termine del presidente Xi Jinping risulterà estremamente vantaggioso per la new economy cinese. I maggiori investimenti e il focus su intelligenza artificiale, semiconduttori, automobili a guida autonoma e la maggior presa sulla catena del valore risulteranno estremamente vantaggiosi nel lungo periodo ed è proprio nelle aziende di questi settori che Carmignac ha scelto di investire.

Il debito emergente in valuta locale è ancora interessante

Nonostante ci siano delle opportunità, Carmignac continua a preferire il debito in valuta locale, specialmente in America Latina e in Asia, dove è possibile trovare un premio interessante, e quindi i due terzi delle esposizioni obbligazionarie restano sui mercati locali. Siamo esposti su Indonesia, Argentina e Messico, oltre che sui bond inflation-linked brasiliani e cileni. In Europa centro-orientale siamo esposti su Russia e Turchia. Il tasso reale pari al 5% offerto dai bond decennali brasiliani rappresenta la migliore opportunità attualmente offerta dai principali mercati emergenti.

L’Argentina è uno degli EM più promettenti, con fondamentali molto più solidi di quanto si possa pensare.

L’Argentina un paese con una scarsa presenza di investitori. Carmignac è uno dei pochi investitori ad aver puntato molto su questo mercato off-benchmark, riflettendo il nostro approccio agnostico sui benchmark e la nostra convinzione che ci siano molte opportunità per generare alpha.

Molti investitori tendono a non investire in Argentina per via dell’elevato debito pubblico e della reputazione che il paese si è guadagnato in passato, ma in realtà in questo paese ci sono notevoli opportunità per generare alpha - spiega Xavier Hovasse -. Dal default del 2001 fino al 2015, l’Argentina è rimasta isolata dal resto del mondo. Nello stesso periodo abbiamo assistito al QE negli Stati Uniti, in Europa e in Giappone, mentre in Cina il rapporto debito/PIL è crescito dal 70% del 2001 al 260% del 2016. Questo isolamento dai programmi di quantitative easing ha protetto l’economia locale da spinte artificiali, facendo sì che l’indebitamento delle società argentine rimanesse contenuto. Analogamente il debito delle famiglie nel paese è tra i più bassi nel panorama degli EM e lo è stato in particolare nel 2015, in occasione delle elezioni di Mauricio Macri, quando l’Argentina era il paese meno indebitato al mondo.

Da quel momento, le riforme di Macri hanno riportato l’Argentina sulla strada giusta. Le riforme nel settore delle utility, che hanno portato a un cambiamento dirompente nel breve periodo, saranno in grado di assicurare la produttività nel medio-lungo termine. Oggi l’economia argentina cresce a un ritmo del 4%, un trend che dovrebbe proseguire fino al 2020. Mentre gli altri mercati emergenti aumenteranno il loro livello di indebitamento, le società argentine sono pronte per generare valore per gli investitori. Per questo, nell’azionario, abbiamo un’esposizione rilevante alle banche locali.

Autore: Pierpaolo Molinengo Per ulteriori notizie, analisi, interviste, visita il sito di Trend Online