Annuncio pubblicitario
Italia markets open in 3 hours 9 minutes
  • Dow Jones

    37.775,38
    +22,07 (+0,06%)
     
  • Nasdaq

    15.601,50
    -81,87 (-0,52%)
     
  • Nikkei 225

    37.103,96
    -975,74 (-2,56%)
     
  • EUR/USD

    1,0637
    -0,0009 (-0,09%)
     
  • Bitcoin EUR

    58.026,70
    -280,43 (-0,48%)
     
  • CMC Crypto 200

    1.278,38
    +392,84 (+42,77%)
     
  • HANG SENG

    16.164,39
    -221,48 (-1,35%)
     
  • S&P 500

    5.011,12
    -11,09 (-0,22%)
     

I mercati emergenti continuano a essere solidi

I mercati emergenti possono stare tranquilli. Se ci dovessero essere nuove scivolate delle Borse mondiali, non è detto che le piazze delle regioni in via di sviluppo soffrano. “Secondo l’opinione comune, i mercati emerging sono quelli che pagano di più durante le discese delle Borse, perché devono fare i conti con situazioni rischiose, come le tensioni geopolitiche o strutture economiche e finanziarie più deboli”, spiega Gregg Wolper, analista di Morningstar (NasdaqGS: MORN - notizie) . “Non è detto però che questo accada o che si verifichi nella misura prevista e temuta dagli operatori”. Durante la crisi finanziaria nel periodo ottobre 2007-marzo 2009, l’indice Msci Emerging market ha perso (in dollari) il 60%: un andamento peggiore rispetto a quello del paniere S&P500 o del basket Msci Aefe (che copre i mercati sviluppati ex US). Ma la performance dell’indice emerging rispetto a quelle dei panieri developed non è stata un vero disastro. Il benchmark del mercato Usa nello stesso periodo è sceso del 55,4% mentre quello dei developed (America esclusa) ha perso il 59,2%. Per venire a tempi più recenti, nella scivolata dei mercati dal 2 all’8 febbraio di quest’anno, l’indice EM ha perso il 6,7%: meno dell’S&P500 (-8,5%) e poco di più dell’Aefe (-6,2%).

“Nessuno può dire se in futuro assisteremo a comportamenti simili “, dice Wolper. “In parte questo dipenderà dalle cause delle discese e dai settori che si indeboliranno. Va sottolineato, poi, che gli emerging non sono dei porti tranquilli dove rifugiarsi nelle fasi di tempesta. Tuttavia, evitarli del tutto potrebbe essere un errore grave. A parte gli esempi storici, i mercati emergenti in questo momento presentano valutazioni (in termini di price/earning) che è impossibile trovare altrove.

Restringendo il campo, anche temporale, alle categorie Morningstar, quella dedicata ai fondi venduti in Italia che investono sui mercati emergenti nell’ultimo mese ha guadagnato (in euro e fino al 23 marzo) l’1,12%, portando a +1,21% la performance da inizio anno. L’indice Morningstar EM, negli stessi periodi, ha segnato rispettivamente +1,2% e +1,5%.

Indice Morningstar EM

emergenti2
emergenti2



Dati in euro aggiornati al 23 marzo 2018
Fonte: Morningstar Direct


ANNUNCIO PUBBLICITARIO

Un Argento per gli emergenti
Uno dei fondi che secondo Wolper è interessante per muoversi sui mercati emergenti è T. Rowe Price Emerging Markets Equity Ad USD (Morningstar rating 4 stelle. Analyst rating: Silver (Shenzhen: 300221.SZ - notizie) ). “Il gestore Gonzalo Pangaro cerca i leader di settore che abbiano forti prospettive di crescita facendo una grande attenzione alle valutazioni”, spiega Mathieu Caquineau, fund analsyt di Morningstar in un report dell’1 novembre 2017. “Rispetto ai concorrenti e al benchmark si concentra sulle aziende che hanno la capitalizzazione più alta. L’impegno del manager è quello di fornire il maggior grado di diversificazione possibile. Come altri gestori dei mercati emergenti di T.Rowe Price, Pangaro si muove ovunque ritenga che ci siano le società che possono crescere in maniera interessante. Cerca però di evitare di trovarsi in situazioni in cui il portafoglio è eccessivamente sovrappesato (o sottopesato) rispetto al benchmark”. (Analisi completa qui)

L'analisi è stata realizzata con la piattaforma per professionisti finanziari, Morningstar Direct. Clicca qui per saperne di più sulle sue funzionalità.

Visita il mini-sito Morningstar dedicato a MIFID II.