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I mercati testano la pazienza della BoJ

I mercati testano la pazienza della BoJ

di Yann Quelenn

La Banca del Giappone (BoJ) mantiene un atteggiamento attendista, mentre cerca di valutare gli effetti dei tassi d’interesse negativi sull’economia giapponese. Per il momento, i banchieri della BoJ hanno rifiutato di aggiungere altri stimoli. La maledizione di essere considerato un rifugio sicuro e la domanda di yen, per quanto in calo, continuano a essere fattori importanti, nonostante i tassi d’interesse negativi. Per la prima volta dall’ottobre del 2014, l’USD/JPY è sceso sotto quota 106, sull’onda del taglio inaspettato deciso dalla banca centrale australiana (RBA). Dall’inizio dell’anno, lo yen si è apprezzato del 13% contro il dollaro; a 105,23 c’è un forte supporto, diventato a questo punto un chiaro obiettivo.

Il ministro delle Finanze giapponese Aso sembra molto preoccupato per il rafforzamento dello yen e crediamo che la BoJ sarà presto costretta ad agire. Finora l’attuale politica monetaria non ha prodotto risultati sufficienti e uno yen più forte non aiuterà certo il paese a rimettersi sulla strada dell’inflazione. La banca centrale ora è costretta ad aggiungere sempre più stimoli e l’attuale impostazione attendista della BoJ non può durare a lungo. Le (Taiwan OTC: 8490.TWO - notizie) pressioni al rialzo sullo yen dovrebbero continuare perché la Federal Reserve, nonostante i molti interventi, non sembra ancora pronta ad alzare i tassi. L’USD/JPY monitorerà sicuramente il livello a 100.

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In Svizzera debole la fiducia dei consumatori

di Peter Rosenstreich

In un avvio di seduta europea tranquillo, dopo la seduta volatile in Asia, i dati dalla Svizzera mostrano che la fiducia dei consumatori rimane debole. I risultati del sondaggio di aprile sulla fiducia dei consumatori mostrano un calo marginale, a -15 punti ad aprile rispetto ai -14 di gennaio, a fronte del piccolo miglioramento previsto, pari a -12. La flessione rappresenta un capovolgimento del miglioramento costante in atto da luglio 2015. La tendenza delle cifre riferite alla disoccupazione mostra un quadro piuttosto cupo, nonostante il lieve miglioramento, con l’indice salito a 70 punti dai 68 di gennaio. L’opinione sulla sicurezza del posto di lavoro è scesa a -86 da -82, valore molto inferiore alla media di lungo termine. È scesa anche la fiducia nei risparmi delle famiglie per i prossimi 12 mesi, dopo i dati che mostrano che negli ultimi 12 mesi le finanze delle famiglie hanno subito un deterioramento. Il dato è comunque di secondo livello ed evidenzia la difficile situazione in cui si trova la Svizzera. Il rallentamento delle attività e i crescenti rischi al ribasso per l’inflazione sono dovuti in gran parte alla sopravvalutazione dello yen. Ovviamente la BNS ne è consapevole. L’EUR/CHF è in graduale aumento, ma, sull’indice ponderato su base commerciale (TWI), il CHF ha invertito il trend al ribasso. Le previsioni di deflazione hanno spinto al rialzo i rendimenti reali svizzeri che sostengono l’acquisto di CHF. La BNS è in modalità reattiva in vista del referendum nel Regno Unito; salvo un evento estremo (voto britannico a favore dell’uscita dall’UE), che spingerebbe la BNS ad attuare misure d’emergenza, il CHF dovrebbe indebolirsi ulteriormente, fornendo un po’ di sollievo sul fronte competitivo alle esportazioni. L’USD/CHF è sceso sotto il supporto a 0,9503, ciò indica, nel breve termine, una sfida del livello a 0,9476.

Autore: Swissquote Per ulteriori notizie, analisi, interviste, visita il sito di Trend Online