Annuncio pubblicitario
Italia markets closed
  • Dow Jones

    39.807,37
    +47,29 (+0,12%)
     
  • Nasdaq

    16.379,46
    -20,06 (-0,12%)
     
  • Nikkei 225

    40.168,07
    -594,66 (-1,46%)
     
  • EUR/USD

    1,0791
    -0,0039 (-0,36%)
     
  • Bitcoin EUR

    65.637,77
    +1.738,63 (+2,72%)
     
  • CMC Crypto 200

    885,54
    0,00 (0,00%)
     
  • HANG SENG

    16.541,42
    +148,58 (+0,91%)
     
  • S&P 500

    5.254,35
    +5,86 (+0,11%)
     

I pazienti zero dell'esperimento monetario centrale

Alla fine ci siamo arrivati. Inizia a sgretolarsi quel muro di certezze che granitico aveva sorretto le illusioni che i pianificatori monetari centrali avevano elargito alla massa. Eccoci, quindi, a discutere di come una banca potrebbe far cadere il domino di mattoncini che sin dal 2008 erano stati eretti attraverso le politiche monetarie straordinarie, strategia applaudita dalla maggior parte dei commentatori economici. Eppure eccoci qui, otto anni dopo, a parlare di come tutto questo caos economico sarebbe potuto essere evitato. Gli Austriaci avevano detto come e perché. Rivediamo tale come e perché sia stato lanciato come avvertimento e non come "cassandrata", soprattutto attraverso due esempi emblematici. Ovvero, i pazienti zero.

FRODE, FRODE OVUNQUE

Osservate queste due immagini

La prima rappresenta l'interconnessione dell'attuale sistema bancario europeo. In altre parole, quell'immagine rappresenta i tasselli del domino. Per chi volesse approfondire ho avuto modo di parlare dei cosiddetti GSIB in questo articolo. La seconda immagine, invece, rappresenta il lending facility della BCE (Toronto: BCE.TO - notizie) , ovvero, la "stanza" utilizzata dalla banca centrale europea per ottenere prestiti in brevissimo termine. È una misura cautelativa, la quale serve semplicemente a puntellare le riserve delle banche commerciali presso la stessa banca centrale. Nel (Londra: 0E4Q.L - notizie) caso di crisi si dimostra che esistono riserve solide da cui attingere, le quali vengono temporaneamente fatte uscire attraverso accordi di repurchase agreement. È quasi lo stesso modo usato dalla FED per mostrare ai mercati mondiali che sta tentando di sgonfiare il suo enorme bilancio da circa $4,500 miliardi; essa invece fa ricorso ai reverse repurchase agreement.

ANNUNCIO PUBBLICITARIO

Inutile sottolineare come suddetta interconnessione rappresenti una bomba ad orologeria innescata di cui non si può vedere il timer. Qualsiasi istituto di credito, ormai, potrebbe rappresentare l'innesco della caduta del domino. Dal sistema bancario commerciale italiano, a Commerzbank (Xetra: CBK100 - notizie) , fino a Deutsche Bank (Londra: 0H7D.L - notizie) . MPS è un caso emblematico, poiché se fosse fallita si sarebbe portata dietro tutti quegli istituti di credito di cui era debitrice. L'ultima cosa che vogliono al giorno d'oggi i pianificatori monetari centrali è l'azzeramento o addirittura la semplice riduzione degli attivi di una banca GSIB. Lo stesso discorso vale per assicurazioni, hedge fund, fondi pensione. Ma anche le cosiddette stime ufficiali danno per "eccessiva" l'attuale pseudo-ripresa. I pazzi monetari scatenati stanno pompando liquidità al ritmo di $200 miliardi al mese. E cosa hanno da mostrare come risultato? Redditività aziendale ai minimi, debito a rischio ai massimi, asset gonfiati artificialmente di prezzo. E c'è addirittura chi parla di "tapering". E no, il bilancio della FED non si sta riducendo perché sta vendendo asset alla vecchia maniera.

Le principali banche centrali del mondo sono all'angolo e non sapranno che pesci pigliare quando la prossima recessione spazzerà via l'illusione di stabilità finora spacciata attraverso la ZIRP, il presunto effetto ricchezza a cascata e l'obiettivo d'inflazione al 2%. Per non parlare delle mosse implementate dalla maggior parte delle banche centrali del mondo. Sono tutte impantanate con la ZIRP, di conseguenza quando arriverà la prossima recessione non potranno tagliare ulteriormente i tassi d'interesse senza scatenare una rivolta popolare. E non potranno aumentarli senza scatenare un caos a livello obbligazionario e azionario. Sono in trappola. Ma i fondamentali di mercato sono in continuo deterioramento, perché la politica monetaria allentata e il presunto effetto ricchezza a cascata delle banche centrali non hanno funzionato. Il canale della trasmissione monetaria a Main Street è rotto a causa del suo raggiungimento di una condizione di Picco del Debito, quindi ora esistono due economie parallele. Problema: i pianificatori monetari centrali pensano che resterà per sempre così, invece diventeranno perpendicolari scontrandosi.

Perché? Perché al giorno d'oggi s'è ripresentato di nuovo quello che per i keyensiani è un paradosso: stagflazione. I deficit continueranno ad erodere ricchezza reale, mentre il settore privato non sarà in grado di stare al passo con questo processo aumentando l'incidenza della legge dei rendimenti decrescenti. Questo significa che si arriverà ad un punto di rottura: inflazione di massa o depressione. Dipenderà da come si muoveranno le banche centrali e gli stati (io propendo per il primo esito). Infatti è proprio questo che c'è in cantiere, visto che l'intellighenzia è orientata verso la propaganda di uno stimolo fiscale. Ovvero, lo stato dovrebbe spendere di più, dovrebbe essere più invadente. Paul Krugman e Larry Summers l'hanno ripetuto fino alla nausea.

Questo è l'esito che attende tutte quelle nazioni che hanno gozzovigliato con la stampante monetaria pensando di poter seppellire sotto un cumulo di carta straccia problemi economici latenti. È proprio per questo motivo per cui una nuova crisi sta arrivando: gli errori economici eruttati prorompenti nel 2008 non sono stati corretti. Questo significa che quelle entità che sono state tenute artificialmente in vita attraverso interventi centrali, non hanno fatto altro che risucchiare risorse reali e sprecarle. È il caso infatti di tutte quelle grandi banche commerciali che fino ad ora sono risuonate sulle prime pagine dei giornali. Deutsche Bank è solo l'ultima di una lunga serie. È meglio dire che più si tengono in vita e più si rimanda nel tempo la correzione degli errori economici, più alacre sarà infine la correzione recessiva.

Infatti la banca tedesca è di gran lunga più sistemica rispetto alla Lehman e il suo parco derivati è venti volte più grande del PIL tedesco. Inutile dire che la situazione è peggiorata, poiché come è stato detto sopra, il canale della trasmissione monetaria all'economia più ampia è rotto a causa del raggiungimento della condizione di Picco del Debito, quindi lo stimolo monetario partorito dalle banche centrali è rimasto confinato nel circuito finanziario. Il denaro creato ex-novo è andato a saturare i bilanci delle grandi imprese, le quali, non potendo più contare su segnali economici genuini, non hanno potuto far altro che sostenersi non attraverso una domanda genuina di mercato, bensì attraverso l'ingegneria finanziaria.

Ciò non ha fatto altro che far aumentare debiti e capacità in eccesso in quei settori ritenuti superflui dalle priorità d'acquisto degli attori di mercato. Ma le banche commerciali ormai detengono parecchio di tale debito, per non parlare delle banche centrali. Ed per questo motivo che, ad esempio, la BCE sta prendendo in considerazione la possibilità di estendere il proprio programma di QE al settore azionario. Finora questo atteggiamento interventista non ha fatto altro che scatenare crisi sempre più grandi: crollo immobiliare e azionario giapponesi nel 1989, crisi asiatica del debito nel 1997, crisi russa del debito nel 1998, bolla dot-com nel 2001, bolla immobiliare nel 2008. Queste mosse, comunque, per quanto disperate hanno un progenitore unico, un paziente zero: il Giappone.

DUE CASI DI STUDIO: ARGENTINA E GIAPPONE

Sebbene il Giappone possa essere il paziente zero per eccellenza, ne esiste un altro. In questo segmento analizzerò la storia economica di entrambi per tracciare una linea continua e dimostrare come la presunta onniscienza dei pianificatori monetari centrali, altro non è che uno specchietto per le allodole per trarre in inganno gli sprovveduti e truffarli, generando solamente distruzione economica. L'altro esempio è l'Argentina.

Alla fine del XIX secolo le terre argentine erano carezzate da idee liberali, e uno stato minimo unito a tasse basse, rendevano quei posti appetibili agli immigrati. In quel periodo l'Argentina era praticamente considerata alla stregua degli Stati Uniti: un luogo con una moneta sonante e una burocrazia praticamente assente. I flussi migratori erano in ascesa e il paese prosperava, grazie ad una politica praticamente improntata sul laissez-faire. In meno di una generazione, la nazione divenne la terza più ricca del pianeta. L'intera America Latina guardava con invidia come il commercio scorresse florido nelle pampa e come l'Argentina fosse diventata accogliente dimora delle principali migliorie tecnologiche del secolo.

Ma quando il nido a farsi pieno di uova, ecco arrivare un approfittatore pronto a trarne vantaggio. Nel nostro caso si tratta delle persone che "sanno (apparentemente) di più", coloro in grado di migliorare le vita altrui mettendo a disposizione della collettività il loro ingegno. È proprio questo il problema: una mente che spaccia la propria conoscenza come universale. E allora ecco che iniziano a serpeggiare le idee collettiviste, facendo spazio a rigidi cambiamenti che hanno lo scopo di incasellare quanto più possibile la vita degli individui in modo da renderli prevedibili agli occhi del pianificatore centrale di turno. Le asimmetrie informative lasciano spazio a presunte simmetrie, che in realtà non cancellano le prime bensì tentano di sovrapporvisi. Il decentramento lascia, quindi, spazio ad un persistente accentramento. La prosperità lascia spazio al declino.

Per ulteriori notizie, analisi, interviste, visita il sito di Trend Online