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I rischi politici muovono i mercati

I mercati asiatici sono scesi sull’onda della debole seduta USA. I titoli USA hanno subito una flessione dopo che l’avvio della stagione delle trimestrali riferite al 3T ha deluso gli investitori, sono aumentate le aspettative di un rialzo del tasso della Fed e sull’onda del comunicato russo che rende meno chiaro il taglio della produzione annunciato. L’entità dell’obiettivo mancato da Alcoa (NYSE: AA - notizie) ha avviato una vendita dei titoli legati ai materiali, innescando una diffusa avversione al rischio. Dal debole rapporto di Alcoa emerge che le materie prime e le azioni legate alle materie prime sono vulnerabili. Il greggio ha resistito dopo che l’Agenzia Internazionale per l’Energia (IEA) ha dichiarato che i tagli alla produzione dell’OPEC (dagli ultimi lanci d’agenzia pare che anche l’Iran vi parteciperà) potrebbero contribuire a riequilibrare i mercati dell’energia. Il greggio WTI si è stabilizzato sopra il manico a 51 USD al barile, anche se permane la questione chiave delle implicazioni. Evans (Fed) ha fornito commenti meno accomodanti che hanno fatto aumentare la probabilità di un rialzo del tasso a dicembre dal 61% al 68% sul mercato dei future. Secondo Evans, “anche se preferirei aspettare per avere maggiori informazioni e maggiore fiducia sull’inflazione, credo che un intervento non inciderebbe significativamente sulla probabilità continuativa di un rialzo dell’inflazione”. L’USD continua a trarre vantaggio dalle condizioni macroeconomiche, guadagnando diffusamente contro le valute G10 e dei mercati emergenti. I titoli regionali asiatici hanno ceduto terreno in modo generalizzato, con il Nikkei a -1,09%, l’Hang Seng a -0,98% e Shanghai a -0,40%. Negli USA, i sondaggi ora danno la candidata presidenziale democratica Hillary Clinton in ampio vantaggio a due cifre.

In Giappone, il dato core sugli ordini di macchinari è calato del 2,2% m/m ad agosto, ma il totale degli ordini è cresciuto dell’11,6% a/a, superando le attese. Il rilevamento fa emergere i rischi di uno yen forte e la debolezza della domanda globale. Mentre i rendimenti dei titoli del Tesoro USA continuano la loro marcia al rialzo, l’USD/JPY si è mosso di pari passo. Il governatore della BoJ Kuroda ha ripetuto i soliti commenti, segnalando che la politica sarà allentata in caso di necessità, includendo tassi d’interesse ancor più negativi e acquisto di JPY per influenzare la curva dei rendimenti. Durante le negoziazioni in Asia, l’USD/JPY si è mosso nella fascia compresa fra 103,25 e 103,65.

Ieri lo ZEW tedesco ha fornito una sorpresa positiva, contrariamente alle previsioni di un calo del sentiment dovuto agli eventi legati alla DB. I risultati positivi sostengono una forte crescita degli ordinativi alle fabbriche e della produzione industriale, suggerendo che la maggiore economia dell’Eurozona continua a godere di buona salute. Prevediamo che la BCE (Toronto: BCE.TO - notizie) fornirà un ulteriore sostegno, prorogando gli acquisti di asset, ma poco altro. La mancanza di ulteriori misure di politica monetaria dovrebbe smorzare le pressioni a vendere che insistono attualmente sull’euro.

In chiusura, la GBP è riuscita a scrollarsi di dosso temporaneamente il sentiment negativo, dopo che il primo ministro May ha consentito un dibattito aperto e un voto del governo (le argomentazioni di diritto saranno oggetto delle udienze dell’Alta Corte del 13 e 17 ottobre) e non attiverà l’Articolo 50 senza l’approvazione del parlamento. È significativo, però, che May non abbia soppresso la disposizione di inviare l’Articolo 50 a Bruxelles entro aprile. Questa notizia ha fatto diminuire le attese di una “Brexit dura”.

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Il clou della giornata di scambi sarà la pubblicazione dei verbali del FOMC. Prevediamo che il comitato non segnalerà un rialzo del tasso nel 2016 e consentirà all’USD di essere spinto al ribasso.

Autore: Swissquote Per ulteriori notizie, analisi, interviste, visita il sito di Trend Online