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Ikea Milano, mamma separata con due bimbi piccoli licenziata perché non rispetta i turni

REUTERS/Arnd Wiegmann
REUTERS/Arnd Wiegmann

di Fabrizio Arnhold

Alla faccia delle flessibilità. Madre separata con due figli, di cui uno disabile, licenziata in tronco perché non riusciva ad iniziare il turno alle 7 del mattino. Succede all’Ikea di Corsico, provincia di Milano, dove i lavoratori da oggi sono in agitazione e stanno organizzando assemblee e scioperi per protestare contro la decisione del colosso dell’arredamento svedese.

Marica Ricutti, 39 anni, una laurea in scienze alimentari, da diciassette anni nello stabilimento di Corsico, prima al bistrot al piano terra e da qualche mese al ristorante al primo piano. “Mi sono sempre adattata a tutte le richieste – spiega Marica – e ho detto sì anche all’ultima, quella in cui mi hanno chiesto di cambiare reparto. Ho detto sì, ma ho anche chiesto che mi si venisse incontro per gli orari: io ho due bambini, uno di dieci e uno di cinque anni, il più piccolo è disabile, motivo per cui ho la 104. All’inizio mi hanno detto di sì e che non ci sarebbero stati problemi. Poi le cose sono cambiate”.

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Sciopero e proteste dei lavoratori a supporto di Marica Ricutti:


Prima Marica lavorava con turni dalle nove del mattino fino a chiusura. Nel nuovo posto, invece, capitava che le fosse chiesto di iniziare a lavorare alle 7 del mattino, orario per lei troppo penalizzante, considerati anche i suoi problemi familiari. “Ho chiesto più volte maggiore flessibilità perché per me era molto complicato rispettare gli orari – aggiunge Marica -. Mi hanno sempre rimpallato da una persona all’altra. Allora ho deciso di fare gli orari che facevo nel vecchio posto”. La settima scorsa è arrivato il licenziamento in tronco.

Nella lettera Ikea sottolinea che è venuto meno il rapporto di fiducia in due occasioni in cui la dipendente si sarebbe presentata al lavoro in orari diversi da quelli previsti, una volta due ore in anticipo, l’altra due ore in ritardo. “Alla faccia del welfare svedese – commenta Marco Beretta della Filcams Cgil di Milano -. In questi anni Ikea ha cambiato pelle e questo episodio è un chiaro messaggio rivolto ai lavoratori. Vogliono far capire a tutti che decidono loro, a prescindere dai problemi che un impiegato può avere. In questi giorni organizzeremo raccolte di firme, presidi e volantinaggi”.