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Il borgo covid-free isolato da oltre due anni: protesta degli abitanti

Monteviasco (Getty Images)
Monteviasco (Getty Images) (francesconeri via Getty Images)

Monteviasco, otto abitanti, provincia di Varese. Un borgo montano quasi completamente isolato, non raggiunto da strade carrabili, ma unicamente da mulattiere e da una funivia.

Ma "dal novembre 2018 la funivia che collega il comune di Curiglia alla frazione di Monteviasco è stata fermata - spiega il luogotenente dei carabinieri Giampaolo Paolocci -, e da allora i carabinieri non hanno fatto altro che mettere in atto il servizio di prossimità. Due o tre volte a settimana, zaino in spalla, percorriamo a piedi una mulattiera di 1400 scalini in un'ora di cammino, per portare in paese generi di prima necessità, medicinali e la posta per gli abitanti del luogo".

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"Il primo lockdown è stato una sorpresa - racconta la signora Lucia all'ANSA -. Ero salita a Monteviasco dopo aver passato l'inverno giù, vicino alla mia famiglia. Ero venuta per sistemare alcune cose e poi sarei riscesa come faccio di solito. Abito qui ma vado anche a trovare la mia famiglia. Ho ricevuto una chiamata dai miei figli che mi hanno detto di rimanere qui, per evitare il caos e i possibili contagi. A quel punto ho accettato di buon grado di fermarmi: io sono nata qui, e sono quasi venti anni che sono tornata praticamente in pianta stabile con mio marito e i miei figli".

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La signora Lucia è una degli otto residenti che hanno ricevuto il vaccino contro il Covid. "Una fortuna", commenta: "Ci hanno chiamati e ci hanno detto che sarebbero venuti a vaccinarci. Sono arrivati con l'elicottero perché non potevano far diversamente: il tempo necessario per arrivare a piedi non avrebbe permesso di conservare il farmaco. I medici sono arrivati e siamo stati vaccinati nel piccolo ambulatorio del paese".

Una situazione complicata e la signora Lucia ne approfitta per lanciare un appello alle istituzioni: "Sono tre anni che facciamo sacrifici enormi non avendo la funivia e sperando che qualcuno si metta una mano sulla coscienza pensando alla nostra condizione".

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