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Il casello autostradale che genera energia elettrica

Un’elaborazione digitale del casello che genera energia (foto: Underground Power)
Un’elaborazione digitale del casello che genera energia (foto: Underground Power)

L’evoluzione del settore energia fa un altro passo verso l’ecologia, attraverso un ciclo che parte però dall’uso di automobili e camion – veicoli inquinanti per eccellenza salvo i modelli già completamente elettrici. Come? Attraverso un casello autostradale che genera energia al passaggio dei veicoli.

Come funziona il casello? Si tratta di una corsia di decelerazione progettata per produrre energia pulita grazie alle auto che la attraversano. Collegata a un generatore, trasforma la frenata dei veicoli in energia elettrica, abbassando la pedana. Il concetto è vicino a quello del moto ondoso del mare: le auto, rallentando, producono energia cinetica che può essere trasformata in elettrica attraverso un generatore.

Dove è ubicato? Una primizia in Italia è la A28, e la corsia è qulla del telepass al casello di Cordignano, per la precisione in uscita e in entrata. Il progetto Lybra era partito da Milano, in una strada d’accesso in un centro commerciale di Rescaldina; poi era passato in una zona di alto traffico di Altavilla Vicentina. Ora la prova del nove in autostrada.

La pedana fotografata al circuito di Monza, agli albori del progetto (foto: Underground Power)
La pedana fotografata al circuito di Monza, agli albori del progetto (foto: Underground Power)

Quanta energia viene prodotta? Grazie ai 5600 accessi giornalieri potenziali che transitano sulle due pedane si possono generare fino a 15.770 kWh, più o meno l’intero fabbisogno di circa cinque case abitate da quattro persone. Si è calcolato che al massimo dell’efficienza si producono oltre 100mila chilowattora all’anno, pari al fabbisogno di un’intera scuola.

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Di chi è l’idea? La start-up Underground Power è stata fondata dai milanesi Massimiliano Nosenzo e Andrea Mario Corneo. Loro hanno pensato all’idea della pedana che si deforma, allungandosi e tendendosi così da aumentare la forza di attrito necessaria al rallentamento dei veicoli.

Il vantaggio nascosto? L’energia dissipata dai freni si disperde in modo più omogeneo su una superficie ‘amica’: a lungo andare i freni si usurano di meno.

Il vantaggio per l’ambiente? Si calcolano circa 11.000 tonnellate di anidride carbonica in meno, derivata altrimenti dalla produzione di energia da altre fonti.

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