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Il cigno bianco di Gualtieri

Influenza aviaria a Roma, muore un cigno a Villa Pamphilj che viene chiusa (Photo: Agf/fb)
Influenza aviaria a Roma, muore un cigno a Villa Pamphilj che viene chiusa (Photo: Agf/fb)

Da ex ministro dell’Economia, il neo sindaco Roberto Gualtieri conosce sicuramente la teoria economica del cigno nero di Nassim Nicholas Taleb, sviluppata dopo la crisi dei mutui subprime del 2008, secondo la quale un evento inaspettato produce conseguenze di grande portata. Soltanto che nel caso di specie - siamo sempre nella città che si fa beffe della storia figuriamoci della matematica finanziaria - il cigno di Gualtieri è bianco, e prima di morire elegantemente, piegando il lungo collo, è stato colpito da influenza aviaria nell’amata Villa Pamphilj.

Così il primo imprevisto per la giunta appena insediata produce subito effetti amministrativi - un’ordinanza che decreta la chiusura del parco - e ricadute emozionali che vanno dal prevedibile “dopo il covid ci mancava solo l’aviaria, quando arrivano le cavallette?”, al sincero dolore - animalista e non - dei frequentatori del laghetto. Per non parlare dello sconcerto dei runner che si vedono interdetti - per dieci giorni - gli otto accessi della zona est della villa. Il risultato è che resteranno in beata solitudine le statue del Casino del Bel Respiro, teatro della colazione di first lady e consorti al recente G20, o degli Stati Generali di contiana memoria. E sole, auspicabilmente non contagiate, resteranno anche le colonie feline della villa, della cui sorte però - si desume dalla pagina facebook dell’Associazione per Villa Pamphilj - ci si sta interessando.

Chi ora preoccupa di più, semmai è Romeo, il compagno fedele della deceduta Orietta, “da anni nel laghetto”, specifica l’Associazione, mentre sembra una fake news l’origine ostiense della stessa, “regolarmente acquistata in un allevamento autorizzato e controllato di Modena”, con tanto di “scheda e anello con codice identificativo”. Il dettaglio non è irrilevante, poiché il volatile zero - e il relativo contagio - sarebbe di provenienza proprio dalle aree di Ostia/Fiumicino dove si è dovuto provvedere all’abbattimento di una cinquantina tra polli e anatre, le cosiddette “specie di passo”, che avrebbero veicolato il virus posandosi nelle eleganti zone della Villa. Dove comunque la Asl competente avrebbe per ora escluso le maniere forti e si sarebbe limitata all’isolamento degli esemplari potenzialmente coinvolti e la loro stretta osservazione.

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Perché con l’aviaria c’è poco da scherzare. “Identificata per la prima volta in Italia più di un secolo fa” - scrive l’Istituto italiano di sanità - ”è in grado di contagiare pressoché tutte le specie di uccelli”, e se “altamente patogenica”, arriva a fare strage del 100% dei contagiati. Per dire, “secondo quanto riportato dall’Oms, nel corso dell’epidemia del 1983-1984 negli Stati Uniti, il virus H5N2 inizialmente causò bassa mortalità ma divenne poi, nei sei mesi successivi, altamente patogenico, con una mortalità vicina al 90%. Per controllare l’epidemia, in quel caso, fu necessario abbattere più di 17 milioni di uccelli, per un costo totale di quasi 65 milioni di dollari”. E il problema delle zoonosi, come abbiamo imparato a conoscere con il covid, è che il rischio per l’uomo non è escluso. Come è accaduto nel 2003 dopo l’esplosione della influenza nel sud est asiatico.

In ogni caso, la situazione a Roma sembra essere sotto controllo. Il sindaco ha firmato l’ordinanza “con grandissimo dispiacere”. Lo ha fatto a pochi passi dalla “Statua di Leda con il cigno”, conservata nei musei Capitolini, in memoria del mito - un po’ confuso invero - di Zeus che seduce la regina di Sparta proprio tramutandosi nel simbolico animale. Il laghetto del Giglio è “un luogo che mi è particolarmente caro e che amo frequentare insieme alla mia famiglia”, ha aggiunto Gualtieri, che, da monteverdino, è di zona. Comunque, l’assessore regionale alla Sanità D’Amato, ha fatto sapere che “non c’è alcuna limitazione per quanto riguarda l’utilizzo alimentare di uova e pollame”.

In quanto alla cigna Orietta, nei giorni scorsi i Vigili del Fuoco del nucleo NBCR (nucleare - biologico - chimico - radiologico) e i sommozzatori ne hanno provveduto al recupero del corpo, finito ormai al centro del lago. Troppo facile indugiare nella morte, spesso associata al volatile regale, meno scontato ricordare che dall’accoppiamento tra Zeus e Leda nacquero Castore e Polluce, i due dioscuri, che prima di finire a guardia del Quirinale, ebbero a che fare con un altro animale di grande possanza, il cinghiale di Calidone. Tanto per dire che di mito in mito, potrebbero tornare utili anche loro.

Questo articolo è originariamente apparso su L'HuffPost ed è stato aggiornato.