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Il lavoro per i giovani è fantascienza? Il robot arriva in soccorso

Non è proprio un robot, tecnicamente si tratta di un chatbot. Si chiama Jobot e lavora per il ministero del Lavoro. La sua missione è far incontrare i disoccupati in cerca di un lavoro e le aziende, consigliando le posizione aperte su ClicLavoro, il portale del ministero, in linea con il profilo dell’utente. Per adesso è ancora una versione beta, ossia di prova. In un futuro non troppo lontano potrebbe diventare la nuova assistente virtuale per far trovare un impiego.

Il principio di funzionamento è simile a quello di Siri, la super efficiente assistente virtuale di Apple. Ma Jobot non parla, risponde solo in chat su Messenger e presto anche su Telegram. “Mi trovi in lavoro?”. “Ok, dammi qualche secondo”. E compaiono le offerte in linea con il proprio curriculum: dallo stage al posto part-time. Per adesso la ricerca non è molto precisa e non tutto quello che scriviamo viene compreso. Peccati di gioventù. A furia di parlare con gli utenti, Jobot affinerà anche la propria comprensione. “Garantisce un’interazione costante e personalizzata, un grado di fidelizzare l’utente”, fanno sapere del ministero.

Il software è stato sviluppato da Oracle, pensato per aiutare i migliaia di giovani che sono in cerca di un impiego, iscritti a Garanzia Giovani. Una piccola rivoluzione per il settore pubblico perché la tecnologia chatbot, finora, è stata utilizzata prevalentemente da aziende private. Banche soprattutto, come Bank of America, ma anche compagnie aeree, Lufthansa prima di tutte, disposte ad investire per migliorare il rapporto con il cliente. Pensare ad un robot in grado di facilitare la complicata e affannosa ricerca di lavoro è un piccolo sollievo per tutti quelli che ancora non hanno smesso di cercare.