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Il professor Thatcher, Luiss: "I soldi del Pnrr per i meravigliosi borghi d'Italia"

TROPEA, ITALY - 2021/07/12: Panoramic view of public beaches and
TROPEA, ITALY - 2021/07/12: Panoramic view of public beaches and

Tutta l’Europa sta guardando come l’Italia spende i soldi che ha preso in prestito. “Osserva come sta investendo i fondi del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza. L’Italia ha avuto più soldi di tutti gli altri paesi. Per questo tutti guardano come verranno utilizzati”. Mark Thatcher è professore del Dipartimento di Scienze Politiche alla London School of Economics e alla Luiss e spiega all’Huffpost come funziona il Pnrr per il settore culturale. In Italia da poco più di tre anni, il professore inglese è esperto di politiche pubbliche per i Beni culturali, in un’ottica comparativa tra paesi.

Il suo impegno e le sue competenze in questa materia sono state anche il punto di partenza per un nuovo corso di laurea magistrale, quello in Policies and Governance in Europe della Luiss, che, nelle sue parole, “intende preparare gli studenti a dirigere le politiche del futuro per tutelare e valorizzare il patrimonio culturale”. Un corso, dice, “che mancava, perché, soprattutto in Italia, le potenzialità del settore culturale sono enormi ma spesso non si sanno esprimere al meglio”.

Secondo il professore, il Pnrr è un’occasione unica per il Paese: “Offre più di 6 miliardi alla cultura e al turismo, per la precisione 6,6 miliardi, una cifra molto alta e che se investita in progetti efficaci sarà una vera svolta”.

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Progetti la cui parola d’ordine, assicura, dovrà essere la cooperazione. “Nel settore del patrimonio culturale c’è molta frammentazione, ci sono attori a diversi livelli: nazionale, regionale, locale. E poi ci sono differenze tra pubblico e privato, che pure gioca un ruolo importante”. Questi attori, spiega, “se da una parte sono separati, dall’altra sono anche interdipendenti, così come la cultura e il turismo”. Il professore immagina la catena che li tiene insieme. “In una città un bel museo attira molti visitatori, i quali vanno a mangiare nei ristoranti nei dintorni, se c’è un piatto tipico lo apprezzeranno, vorranno conoscerne la storia, poi passeggiano nel centro storico, dove saranno attratti da prodotti artigianali e tipici del luogo”.

Il Pnrr chiama questi attori a collaborare. “Tutti devono aiutarsi a vicenda e cooperare. Il Pnrr offre i soldi certo, ma richiede che vi sia una cooperazione, ad esempio tra regione e borghi”. Una delle priorità del Pnrr infatti nel settore culturale son proprio i borghi italiani. “Ma per ottenere i fondi, saranno le regioni a proporre al Ministero della Cultura un progetto efficace per un proprio borgo”. L’invito alla cooperazione è promosso anche da iniziative ad hoc, organizzate dal professore, come la Luiss Cultural Heritage Initiative. “L’idea è creare un luogo di incontro tra i diversi attori, che sia neutrale e che possa contribuire con le competenze di esperti del settore, studiosi di politiche efficaci nel settore culturale”.

Dei progetti efficaci con i fondi del Pnrr potranno secondo Thatcher dare i loro frutti nel lungo termine. “Costituiranno possibilità di una forte crescita economica per l’Italia. Come sappiamo, questi fondi sono dei prestiti. La crescita economica che deriverà anche da questi progetti permetterà di ripagarlo”.

Tra le industrie del futuro, dice Thatcher, di certo c’è quella della cultura e del turismo. “E qui l’Italia ha un vantaggio enorme rispetto agli altri paesi. Ma qui mi capita di vedere una chiesa che in Inghilterra attirerebbe migliaia di visitatori. Qui, bisogna dirlo, è una lotta e una fatica a volte ottenere informazioni su siti di interesse meravigliosi”. Il professore si allaccia al discorso sul turismo di massa. “In Italia i visitatori vanno per lo più a Firenze, Venezia, Roma. Ma questo turismo così concentrato, lo vediamo, non è più sostenibile”. Anche in Italia si potranno invece verificare trasformazioni. “Io mi ricordo che quando ero giovane il Tate Modern a Londra era un impianto elettrico abbandonato, oggi attrae milioni di visitatori da tutto il mondo. Ma si pensi anche a Glasgow, che solo quarant’anni fa era sinonimo di città pericolosa e che è stata Capitale europea della cultura e ora vive di turismo”.

Il professore è ottimista: ”È importante che le nuove generazioni siano a conoscenza dei diversi modi di investire e sviluppare in questo settore. Ma lo sanno già. Sono infatti molto attente e interessate ai Beni culturali, a come tutelarli sì, ma anche valorizzarli affinché siano parte attiva della crescita economica del paese”.

Questo articolo è originariamente apparso su L'HuffPost ed è stato aggiornato.