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Il Ps si infuria per Unicredit-Mps e convoca Franco in parlamento

The logo of the Monte dei Paschi di Siena bank is seen on the window of a branch in downtown Rome on February 09, 2017. - Banca Monte dei Paschi di Siena S.p.A. (BMPS) is the oldest surviving bank in the world and the third largest Italian commercial and retail bank by total assets. Founded in 1472 by the magistrates of the city state of Siena, as a

La vicenda Unicredit-Mps irrompe definitivamente nella politica. Dopo l’ok della Borsa e gli analisti che si chiedono quale ruolo avrà l’azionista Mef nell’operazione intervengono le capogruppo Pd di Camera e Senato, Debora Serracchiani e Simona Malpezzi, per chiedere che il ministro Daniele Franco riferisca in Parlamento e il responsabile della P.a Renato Brunetta si interroga se fosse questo il momento opportuno per l’offerta di Unicredit e, pur sentendosi tranquillizzato dal premier Mario Draghi nel gestire la vicenda, vuole che se ne discuta in Cdm. Dal governo si cerca in queste ore di stemperare il clima, assicurando il massimo impegno per tutelare i posti di lavoro e il marchio Mps.
Ma le voci critiche sono numerose. Il deputato di LeU Stefano Fassina, parla di “ritardi” di via XX Settembre nel riferire preventivamente alle Camere e Galeazzo Bignami, deputato di Fratelli d’Italia, suggerisce di chiedere “una deroga in sede Ue per superare il termine d’uscita dello Stato da Mps, fissato al 31 dicembre 2021″ ed evitare di “neutralizzazione i rischi di esposizione per Unicredit con un impegno per oltre 10 miliardi da parte dello Stato”. Mentre si guarda alla campagna per le suppletive proprio a Siena dove si è candidato il segretario del Pd, Enrico Letta, il senatore di Forza Italia Maurizio Gasparri, da parte sua, punta il dito su quello che definisce “un mostruoso conflitto di interessi Unicredit-Pd-Monte dei Paschi di Siena”.

La mossa di Orcel è stata premiata dalla Borsa, che nell’ultima seduta di settimana ha visto entrambi i titoli chiudere tra i migliori: Unicredit (+3,2%) a 10,10 euro e Mps (+3,3%) a 1,17 euro ma le nozze intanto hanno sollevato gli interventi dei sindacati, soprattutto per la salvaguardia dei lavoratori, e i commenti politici, in ragione del fatto che il ministero dell’Economia, quindi il governo, è azionista di maggioranza di Mps. Al momento non risulta però in calendario a breve un’audizione del ministro Franco, perché per ora, fanno sapere fonti di governo, c’è un’intesa non vincolante e un percorso da tracciare per arrivare a un accordo con Unicredit: solo quando i contorni dell’accordo saranno definiti, dunque non prima di settembre, il ministro potrà riferire - come da legge - in Parlamento.

Quanto alla stima dei sindacati di 5000-6000 esuberi a ricasco dell’operazione, fonti ministeriali sottolineano che è del tutto prematuro fare una valutazione del genere non conoscendo quali asset verrebbero coinvolti nell’operazione (ad ora sono stati esclusi solo i crediti deteriorati e il contenzioso). La crisi di Mps non è di oggi - viene ricordato - ma l’impegno del governo è tutelare non solo i posti di lavoro ma anche il marchio Mps, dal valore storico ed economico.
Inoltre, fuori dalla possibile intesa con Unicredit, l’esecutivo starebbe già studiando interventi a tutela dell’economia del territorio senese e di settori da tempo in difficoltà. Il presidente della Regione Toscana, Eugenio Giani, rivendica un ruolo attivo degli enti locali e una salvaguardia del marchio storico del Monte, su cui si starebbe comunque lavorando. Da considerare è che un tempo medio di analisi della data room da parte di potenziali acquirenti in simili operazioni viene valutato in 40 giorni e, stando alla situazione come descritta pochi giorni fa, il 27 luglio, dalla viceministra dell’economia, Laura Castelli, nell’audizione secretata nella commissione parlamentare d’inchiesta sulle banche, “solo il fondo Apollo” aveva “chiesto l’accesso alla data room di Mps e degli advisor per la ricerca di partner industriali volti all’aggregazione”.

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Del resto la salute precaria di Rocca Salimbeni è nota da tempo e per gli analisti di Equita “l’avvio delle interlocuzioni in esclusiva tra Unicredit e Mef rappresentano uno step decisivo per una soluzione strutturale”. Altri analisti valutano l’affare come specchio di una parte della realtà bancaria europea meno pronta, se gli aiuti anti-pandemia della Bce venissero ridotti, a resistere a uno “scenario avverso” molto severo, con Covid-19 prolungato in un contesto di tassi più bassi più a lungo”, anche se l’Eba, l’Autorità bancaria europea, ha diffuso proprio alla vigilia i risultati degli stress test che hanno dipinto nel complesso il sistema come solido, se non altro più del 2018. Mps però ne è uscita come la peggiore tra le 50 analizzate. Per gli obbligazionisti di Unicredit, secondo analisti di Bloomberg, l’operazione “potrebbe essere neutrale o addirittura avvantaggiare, altri sottolineano come sull’affare ci sia “ancora poca chiarezza a proposito di come verrà finanziato”. Fra i sindacati, che hanno chiesto di non procedere con uno “spezzatino” per la banca senese, si è aggiunto Unisin-Confsal. ”È assolutamente necessario” che l’operazione “sia sostenibile oltre che sul piano economico e finanziario anche socialmente” ha detto il segretario generale, Emilio Contrasto.

Questo articolo è originariamente apparso su L'HuffPost ed è stato aggiornato.