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Il rialzo è (quasi) arrivato! Cosa succederà dopo? Cinque domande alla Bce

La sede della Bce a Francoforte

di Dhara Ranasinghe e Stefano Rebaudo e Vincent Flasseur e Catherine Evans

LONDRA (Reuters) - Questa settimana la Banca centrale europea si appresta a effettuare il suo primo rialzo dei tassi di interesse dal 2011, ma i mercati si stanno già concentrando sul percorso di inasprimento monetario che seguirà, visto il deterioramento dell'outlook economico.

Le prospettive si fanno di giorno in giorno più cupe, mentre l'inflazione continua ad accelerare e la crescita rallenta bruscamente.

"Il trade off che la Bce si trova ad affrontare è più severo di quello delle altre principali banche centrali", spiega Silvia Ardagna, responsabile della ricerca economica europea di Barclays.

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Ecco cinque domande chiave per i mercati.

1. Avremo un modesto incremento dei tassi questa settimana?

Molto probabilmente. La Bce aumenterà quasi certamente e ha già annunciato un +25 punti base teso a contenere l'inflazione giunta al livello record dell'8,6% annuo. L'ultimo rialzo dei tassi risale al 2011. Il tasso sui depositi (-0,5%) è negativo dal 2014.

Non si esclude una mossa più ampia di 50 punti base, soprattutto alla luce della debolezza dell'euro, ma diversi analisti ritengono che sia improbabile a causa delle preoccupazioni per la crescita.

"Un aumento superiore al quarto di punto percentuale, nella situazione attuale, sarebbe visto dai mercati come un segnale molto aggressivo", osserva Martin Wolburg, economista senior di Generali Investments.

2. Qual è il piano della Bce per contenere le tensioni sul mercato obbligazionario?

Francoforte è pronta ad annunciare un nuovo strumento anti-frammentazione in risposta all'impennata dei rendimenti obbligazionari che ha colpito soprattutto i Paesi più indebitati.

I policymaker stanno valutando se rendere note l'entità e la durata di un nuovo piano di acquisto di obbligazioni, hanno detto recentemente fonti a Reuters.

L'annuncio di una dotazione consistente potrebbe accrescere la fiducia nell'impegno della banca centrale a combattere i cosiddetti rischi di frammentazione, ma potrebbe seguire una delusione degli investitori se le dimensioni fossero troppo ridotte. Nel frattempo, la crisi del governo Draghi sta esercitando ulteriori pressioni al rialzo sui costi del debito italiano.

"Quanto più forte sarà lo strumento, tanto minore sarà il rischio che venga messo alla prova dai mercati", commenta Reinhard Cluse, capo economista europeo di Ubs.

3. L'indebolimento delle prospettive di crescita avrà riflessi sul percorso di irrigidimento monetario?

Gli investitori vorranno sapere se un aumento dei tassi a settembre - segnalato il mese scorso come una possibilità - è ancora in programma, soprattutto perché le prospettive di crescita sono peggiorate nelle ultime settimane a causa dei crescenti timori per le forniture di gas all'Europa.

I mercati monetari hanno iniziato a ridimensionare le aspettative sull'entità della stretta mentre gli analisti ritengono che la finestra di opportunità per un rialzo potrebbe chiudersi prima di quanto sperato.

"Una prospettiva economica più debole influenzerà il percorso di inasprimento della Bce", afferma ancora Wolburg di Generali Investments, il cui scenario di base per il tasso sui depositi è dell'1,25% entro la fine del 2023.

4. La Bce prevede una recessione?

Le prossime previsioni economiche dello staff usciranno a settembre, ma senza dubbio Christine Lagarde sarà interpellata sulle sue opinioni in merito alle prospettive.

La riunione di giovedì coincide con la data di scadenza della manutenzione annuale del più grande gasdotto che trasporta gas russo in Germania. Il timore che Mosca interrompa le forniture di gas all'Europa ha accentuato i timori di contrazione economica.

La Commissione europea stima che l'economia della zona euro crescerà dell'1,4% l'anno prossimo rispetto al 2,3% ipotizzato in precedenza.

"Francoforte riconoscerà che la recessione è un'ipotesi di rischio ragionevole, ma al momento non è il suo scenario base", secondo Andrew Mulliner, responsabile delle strategie aggregate globali di Janus Henderson.

5. La Bce è preoccupata per la debolezza dell'euro?

Il declino dell'euro sulla parità con il dollaro per la prima volta in due decenni pone un problema alla banca centrale. Lasciare che la moneta scenda aggrava l'inflazione, già ben al di sopra del suo obiettivo del 2%. Un atteggiamento più aggressivo per sostenere la valuta, o rialzi più rapidi dei tassi, potrebbero colpire la crescita.

Ma mosse per rilanciare la divisa comune sono considerate improbabili.

"I policymaker sanno che sostenere la propria moneta attraverso le azioni della banca centrale è piuttosto pericoloso, in quanto sarebbe necessario stringere troppo, danneggiando l'economia", sottolinea Mulliner di Janus Henderson.

(versione italiana Valentina Consiglio, editing Gianluca Semeraro)