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Il Venezuela di Maduro paga le pensioni con le criptovalute

Maduro e la sua criptovaluta (foto: Getty Images)
Maduro e la sua criptovaluta (foto: Getty Images)

Sicuramente è vero che siamo nel terzo millennio e che la tecnologia pervade ogni aspetto della nostra vita, non si può negare. Tuttavia c’è una cosa che le persone preferiscono vedere e toccare con mano, ed è il denaro. La moneta, la banconota: poterla vedere per molti è la certezza di poter andare avanti fino alla fine di ogni mese.

Immaginate dunque la faccia dei pensionati residenti in Venezuela quando hanno ricevuto sul loro ‘conto in banca’ una manciata di criptovalute anziché l’assegno mensile. Come riporta il quotidiano Caracas Chronicles, molti pensionati hanno ora una pensione in Petro, la criptovaluta di stato che è ancorata al valore del petrolio – risorsa sulla quale il Venezuela galleggia senza tuttavia riuscirne a sfruttare i vantaggi economici.

Il presidente del Paese, Nicolas Maduro, avrebbe preso questa importante modifica sul pagamento del sussidio senza avvertire con anticipo i pensionati. I Petro esistono dallo scorso marzo, e sono stati creati perché più ‘stabili’ sul mercato rispetto al tartassato Bolivar, colpito da un’inflazione fulminante.

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Teoricamente, una volta in possesso dei Petro bisogna scambiarli sul mercato per comprare beni, servizi e pagare le tasse. La realtà dice che la possibilità di usarli sono assai limitate, e il valore di questa moneta digitale sarebbe così volatile da essere considerata come inesistente da molti osservatori finanziari.

Il dubbio è che Maduro non abbia denaro per sostenere il sistema pensionistico, così da portarlo a questo sistema. Se andrà male, potrebbe esserci lo scoppio di una povertà epidemica. Se invece Maduro saprà convincere i mercati, spingendo ancora il Petro in quello zoccolo duro della popolazione che ancora crede nelle sue politiche, allora potrebbe vantarsi di aver creato per caso un sistema economico funzionante.

Per recuperare il sussidio i pensionati devono seguire la solita trafila burocratica: devono registrarsi sul sito patria.org.ve, depositare la somma tramite la piattaforma online e poi fare la fila in banca per ritirare il tutto. Ci sono forti dubbi sulla conversione in denaro, perché essendo il governo a controllare il tasso di cambio è evidente che basta pochissimo per spostare il valore.

Secondo il governo venezuelano il Petro sarebbe ‘garantito’ dalle scorte di petrolio, ma secondo diversi osservatori la garanzia è in realtà inesistente. Al popolo del paese sudamericano, alla fine, non rimane altro che sperare: in fondo sono passati dall’avere una moneta che è al momento carta straccia, ad avere una criptovaluta che è un oggetto misterioso.

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