Ilva, Patuanelli: Arcelor non ha diritto di recesso
Il colosso del siderurgico Arcelor Mittal "non ha rispettato il piano industriale che prevedeva la produzione di 6 tonnellate di acciaio (e non 4). E questo è un dato certo". Lo ha dichiarato il ministro dello Sviluppo Economico Stefano Patuanelli in conferenza stampa nella serata del 13 novembre in merito alla vicenda dell'ex Ilva e del (possibile) recesso dell'azienda.
"Arcelor Mittal - ha sottolineato Patuanelli - ha partecipato a un bando europeo soggetto a diverse offerte pervenute, in questo caso due", che sono state valutate nella loro "offerta vincolante" sulla base di quattro elementi: prezzo, fonti di finanziamento, piano industriale e piano ambientale. Quindi "il rispetto del piano industriale è un elemento contrattuale", ha sottolineato.
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"Io non voglio pensare a uno scenario post Mittal, ma a una chiarezza anche davanti al giudice per un diritto di recesso che non c'è", ha proseguito spiegando che un'eventuale braccio di ferro in tribunale "sarebbe la battaglia legale del secolo. Speriamo ci sia un barlume di saggezza che porti Mittal a più miti consigli".
E ha continuato: "Anche per una questione ambientale è necessaria la continuità produttiva". Anzi, ha rimarcato "la continuità deve essere garantita, ma se dovesse avvenire il recesso, la struttura commissariale tornerà a gestire l'area". "Potrebbe succedere molto presto", ha aggiunto, precisando tuttavia che "noi riteniamo non sia così perché non c'è un diritto di recesso come sostiene Mittal. È convinzione del Governo che Mittal debba tornare a fare quello per cui si è impegnata".
Patuanelli ha concluso spiegando che il Governo sta cercando di "risolvere la questione" e che il presidente del consiglio Giuseppe Conte "ci ha messo la faccia" andando alle fabbriche di Taranto, dove "non è stato accolto così male".
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