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In linea con il rendimento

Fusioni e dividendi. Sono questi, secondo gli analisti di Morningstar (NasdaqGS: MORN - notizie) , gli elementi che potrebbero - dopo averlo fatto nel 2014 - sostenere i corsi dei titoli telecom nel 2015. L’indice Msci (NYSE: MSCI - notizie) del settore da inizio anno ha segnato (in euro) +12%, che si va a sommare al +25,6% del 2013.

Solo per restare nel Vecchio continente, il fronte delle M&A è stato molto attivo. In tutto ci sono state operazioni per 73,6 miliardi di euro, il valore massimo dal 2005. Per l’anno prossimo le cose promettono bene: in Francia Numericable si è portata a casa SFR (il secondo gruppo di telefonia cellulare del paese) per circa 19 miliardi di euro, mentre in Germania Telefonica ha sborsato quasi 9 miliardi per E-Plus.

Nel (Oslo: NEL.OL - notizie) frattempo Vodafone ha acquistato Kabel Deutschland e, in Spagna, Grupo Corporativo Ono. Fra fine novembre e inizio dicembre, intanto la lussemburghese Altive (che fra le altre cose controlla Numericable) ha iniziato le trattative per comprare la portoghese Oi (Stoccarda: B9I1.SG - notizie) mettendo sul tavolo 7,4 miliardi.

Continuano le M&A
“Si nota un grande rimescolamento nel settore Tlc che sta cambiando la tendenza vista fino a qualche hanno fa”, spiega una nota di Morningstar. “Gli operatori di telefonia fissa stanno facendo investimenti nel mobile e viceversa. La strategia mira ad aumentare i guadagni fidelizzando la clientela su più servizi diversi”.

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La terra promessa sembra essere il Regno Unito dove l’ondata di M&A non è ancora del tutto arrivata. Per gli analisti i poli di attrazione potrebbero essere Vodafone e BT. La prima potrebbe arrivare a un matrimonio con Liberty Global, aumentando in questo modo la sua offerta di servizi via Internet. La mossa sarebbe una strategia di difesa per non lasciare il mercato nelle mani di BT se dovesse portare a casa l’acquisizione di EE.

Occhio ai dividendi
Nel frattempo gli operatori tornano a studiare le cedole. “Tradizionalmente il settore telecom è sempre stato visto come un segmento difensivo, con solidi dividendi che raramente venivano tagliati”, spiega Allan Nichols, analista di Morningstar. “Durante l’ultima recessione, tuttavia, le cose sono un po’ cambiate e alcune aziende hanno dovuto limare i dividendi per far quadrare i conti. Ora, però, la situazione si sta stabilizzando. Probabilmente non si tornerà ai periodi di utili e guadagni sempre in crescita che consentivano di aumentare in continuazione le cedole. Tuttavia ci aspettiamo di vedere più rialzi che tagli”.

I titoli che l’analista consiglia di tenere d’occhio per una strategia basata sulle cedole sono Orange, Vodafone, Telefonica e Telenor. “La prima non è la più interessante dal punto di vista del vantaggio competitivo o dei bilanci ma, secondo i nostri calcoli, ha una delle valutazioni attraenti e, prima o poi, il mercato dovrà accorgersene”, spiega Nichols (Londra: NICL.L - notizie) . “Per quanto riguarda Vodafone, dando un’occhiata ai libri contabili, ci aspettiamo una crescita del dividendo del 3% all’anno. Certo, siamo lontani dal +7% visto in passato. Ma è sicuramente un tasso interessante”.

Telefonica, intanto, dopo aver eliminato il dividendo finale del 2013 è ritornata a distribuire valore agli azionisti. “Il rendimento, al momento, è del 6,1% e non ci aspettiamo che possa salire, almeno per qualche tempo”, dice l’analista. “Tuttavia il titolo ha buone valutazioni”. Telenor (Other OTC: TELNF - notizie) , invece, ha aumentato il dividendo negli ultimi cinque anni e oggi offre un rendimento vicino al 5%. “La società ha i bilanci che possono sostenere ulteriori crescite”, conclude l’analista di Morningstar.