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Inchiesta depistaggio Eni, chiesta archiviazione società e AD

Il logo Eni presso la sede di San Donato Milanese

MILANO (Reuters) - La procura di Milano ha chiesto l'archiviazione per Eni e il suo AD Claudio Descalzi nell'ambito dell'inchiesta in cui i pm hanno invece chiesto il rinvio a giudizio per sei persone accusate di aver depistato le indagini su casi di presunta corruzione in Algeria e Nigeria.

Lo riferiscono due fonti a conoscenza del dossier. Eni non ha al momento commentato.

La procura si stava già apprestando a chiedere l'archiviazione per il gruppo petrolifero, il suo AD e il dirigente Claudio Granata nel dicembre 2021, ma poi il fascicolo era stato trasferito a Brescia per competenza e infine è stato rispedito indietro a Milano qualche settimana fa.

La procura ha invece presentato la richiesta di rinvio a giudizio per altri sei indagati, cinque fra ex manager Eni e un legale, per i quali ora un giudice dovrà fissare una udienza preliminare al termine della quale stabilire se disporre un processo o il loro proscioglimento.

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I pm ipotizzano i reati di associazione a delinquere finalizzata a calunnia, diffamazione, intralcio alla giustizia, induzione a non rendere dichiarazioni, false dichiarazioni al pm, favoreggiamento e corruzione fra privati.

I due processi per corruzione internazionale in Algeria e Nigeria, per i quali è poi partita questa inchiesta, si sono conclusi con una piena assoluzione di tutti gli imputati.

E' stato infine stralciato un filone della stessa inchiesta in cui la procura ipotizza a carico di tre società di trading petrolifero e ai loro referenti il reato di truffa e frode in commercio ai danni dell'Eni per la tentata fornitura di un cargo di petrolio, definito "di origine incerta", bloccato dalla stessa Eni al largo del porto di Milazzo nel maggio 2019.

(Emilio Parodi, editing Claudia Cristoferi)