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"Intravediamo la discesa, iniziare a ragionare sull'addio al Green Pass"

(Photo: Getty)
(Photo: Getty)

“Le persone hanno bisogno di continuare a credere nella campagna vaccinale: se venisse confermata la discesa dei contagi, sarebbe un segnale di incoraggiamento allentare le restrizioni. Il Governo potrebbe anche iniziare a ragionare su come mettere da parte il Green Pass”. Massimo Clementi, direttore del laboratorio di Microbiologia e Virologia dell’Ospedale San Raffaele di Milano, co-fondatore e presidente della Società Italiana di Virologia, guarda con ottimismo la curva Covid, confermando ad Huffpost un punto su cui molti addetti ai lavori sono d’accordo e si sono già espressi: “Siamo più o meno al picco, calcolando i dati sull’intero paese. Se invece scorporiamo quelli di Lombardia e dell’Emilia Romagna – che sono state le prime ad avere una diffusione massiccia di Omicron – notiamo che i dati stanno già diminuendo: l’apice qui è già stato raggiunto”. Ora dovremmo andare verso la generale discesa: la tendenza ci arriva da altri paesi, dove la nuova variante è circolata all’inizio.

Professore, osserviamo gli altri paesi. Cosa è successo altrove che potrebbe adesso accadere a noi?

Il paradigma di Omicron è stato diverso dalle altre varianti. Abbiamo visto una rapidissima e grandissima diffusione, molto probabilmente più di quella registrata, visto l’alto numero di asintomatici tra i vaccinati. Malgrado questo il numero di morti e ospedalizzati è rimasto molto contenuto. In Inghilterra, primo paese europeo a sperimentare una massiccia diffusione di Omicron, c’è stata una fiammata, seguita a un decremento. Probabilmente anche noi ci stiamo avvicinando a questa fase.

È arrivato il momento di cominciare ad allentare la presa sulle restrizioni? Cosa può fare il governo nel breve termine?

Bisogna certamente mantenere l’attenzione sui casi ospedalizzati, che riguardano principalmente i non vaccinati. Ma altrettanto bisogna favorire una migliore qualità di vita per coloro che avendo ricevuto l’iniezione rischiano relativamente poco con Omicron e possono essere considerati meno problematici. Sarebbe un segnale di incoraggiamento di cui le persone hanno bisogno per continuare a credere nella campagna vaccinale.

Qualche esempio?

Vediamo file interminabili di persone che hanno bisogno del tampone per lavorare. Bisognerebbe snellire questo percorso: se sei vaccinato e infetto, come negli Stati Uniti, resti 5 giorni a casa e poi con una mascherina FFp2 puoi uscire, senza bisogno di tampone.

La mascherina all’aperto?

Sarebbe auspicabile che venisse tolto l’obbligo in tempi brevi se i contagi scendessero. Tra le misure è quella meno utile, se non ci sono assembramenti.

Al momento resta in piedi anche la misura più pesante, quella del Green Pass. Ci sono già le basi per ragionare su come metterlo da parte?

Più che una discussione scientifica è diventata per molti versi una discussione politica. C’entrano i rapporti tra controllo della pandemia e attività economiche. Per quello che mi riguarda, il Green Pass può essere considerato utile se considerato straordinario, da utilizzare nei periodi in cui non se ne può fare a meno. Se dovessero scendere i contagi, considerando che stiamo andando verso una stagione primaverile e dunque più avversa al virus, bisognerebbe a piano a piano eliminarlo, lasciandolo solo per i posti più problematici.

Abbiamo parlato delle misure da allentare. Dove invece il governo dovrebbe potenziare l’attenzione per la lotta al virus?

Abbiamo capito qual è la strada per sconfiggere il virus: la vaccinazione. Più gente viene convinta a vaccinarsi, maggiore è il regalo che facciamo agli ospedali, scongiurandone la saturazione. Una vera criticità è rendere fruibile l’ospedale per tutti le specialità che in questi anni pandemici hanno sofferto, offuscati dalla pandemia. Gran parte delle politiche di prevenzione di malattie importanti sono state rallentate nel periodo Covid.

Presumibilmente a breve anche gli ospedali potranno tirare un sospiro di sollievo. La Siaarti poneva l’attenzione sulla questione degli interventi agli asintomatici positivi: sono rischiosi o bisognerebbe procedere?

Il virus è notevolmente cambiato. Infetta prevalentemente le vie aree superiori: dà meno polmoniti e molte più rinofaringiti. È chiaro che questo ha un impatto medico, ma è un bene che persone con infezione in corso non vengano sottoposti ad altri test. Dal mio punto di vista sarebbe meglio aspettare che l’infezione sia risolta prima di affrontare procedure mediche di altra natura.

Sembra che ci sia la luce alla fine del tunnel. Il 2022 è l’anno in cui accantoneremo il virus?

Ce lo porteremo dietro ancora per un po’, ma bisogna vedere chi ci portiamo dietro. Se il virus si presenterà stagionalmente, potremmo controllarlo con un vaccino annuale da fare a inizio inverno, darà infezioni respiratorie di minore entità, significa che potremo conviverci. Il 2022 dovrebbe essere l’anno in cui vedremo questa svolta.

Questo articolo è originariamente apparso su L'HuffPost ed è stato aggiornato.