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Investire in Europa, tre ottime società che offrono dividendi

Non è un segreto che l’Europa stia lottando contro forze che cercano di dividerla in tutti i modi, l’unione è in crisi. Dal momento della grande recessione del 2008, l’economia del vecchio continente non si mai ripreso del tutto. Abbiamo visto salvataggi, doppi e tripli dip recessivi, disoccupazione alle stelle in alcuni paesi e malessere economico generale. Eventi come il Brexit non stanno aiutando, come la Grecia l’anno scorso.

Gli indici europei, seguiti da questo ottimo ETF Vanguard FTSE Europe (VGK), sono in calo del 7% negli ultimi cinque anni. Ma per coloro che cercano società sul medio lungo periodo che offrano dividendi, abbiamo qualche titolo interessante analizzato da poco.

La stragrande maggioranza delle imprese europee sono giganti multinazionali. Ottengono quindi molte delle loro entrate da fonti al di fuori dell’Europa. E le vendite continuano ad essere buone. Purtroppo è l’economia domestica che va male. Il ribasso dei titoli europei ha contribuito a spingere verso l’alto i rendimenti dei dividendi, infatti il VGK rende un 3.66%. Questo è più alto rispetto all’1,5% dello S&P500.

Per gli investitori, l’Europa continua ad essere il posto migliore per titoli di alta qualità con dividendi elevati a prezzi scontati rispetto gli Stati Uniti.

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Unilever (Amsterdam: UZ8.AS - notizie) (UNA)

Dividend Yield: 3.64%

Il sapone Dove, maionese di Hellman, Q-tips. Sono solo alcune marche di prodotti che la maggior parte delle persone utilizzano e di cui hanno famigliarità. Probabilmente oltre che conoscerli molte persone li utilizzano pure. Ma quello che è importante è che questo è un perfetto esempio di come i prodotti di multinazionali europee siano ovunque.

Unilever (NYSE: UL - notizie) possiede altri 400 prodotti di consumo. Il settore di bellezza è uno dei marchi venduti in 190 paesi e i mercati emergenti rappresentano il 58% dei suoi 53 miliardi di fatturato. Con l’euro che scende rispetto al dollaro, Unilever è stata in grado di amplificare i suoi ricavi grazie alla debole moneta. L’anno scorso è riuscita a realizzare un ulteriore crescita del 3% degli utili esclusivamente sulla base di movimenti valutari favorevoli.

La società continua a vedere un aumento delle vendite nei mercati extra-europei e con la sua caduta della valuta locale non dovrebbe avere problemi a mantenere i dividendi attuali per il futuro.

Anheuser Busch Inbev (BUD)

Dividend Yield: 3.64%

Budweiser e baseball, un connubio molto americano. Solo che Budweiser non è esattamente americana, è di proprietà di Belgium Brewing, il gigante Anheuser Busch Inbev SA (ABI). ABI è la società che vende la sua birra in oltre 100 paesi nel mondo. È dotata di una scuderia di marchi che generano un miliardo ciascuna di vendite. Questo include Budweiser, Corona e Stella Artois. Questo fatto ha contribuito a generare un fatturato di più di 43 miliardi l’anno scorso.

Ma il gigante della birra non riposa sugli allori. L’azienda ha continuato a raccogliere un sacco di soldi in birrifici artigianali locali e piccoli acquisti negli Stati Uniti, ed ha recentemente aggiunto la “near-beer”. Se ciò non bastasse, ABI ha deciso di acquisire la sua più grande rivale SABMiller plc (Xetra: BRW1.DE - notizie) (ADR) (SBMRY) per 106 miliardi di buyout, operazione autorizzata dal Dipartimento di Giustizia e sarà potrà immediatamente aggiungere vendite ed esposizione ai mercati emergenti.

Total SA (Parigi: FR0000120271 - notizie) (FP)

Dividend Yield: 5.66%

Quando pensiamo alle grandi compagnie petrolifere, nomi come Exxon Mobil Corporation (XOM) . Tuttavia, l’Europa è piena di titoli energetici di gran livello che offrono grandi dividendi. Uno dei migliori sembra essere la francese Total SA (FP).

La società è grande quasi quanto Exxon Mobil in molti aspetti e dispone di numerosi beni in tutto il mondo. Ciò include tutto, dai grandi giacimenti petroliferi ai gasdotti e capacità di raffinazione. Tali attività sono eseguite meglio di molti dei suoi coetanei. Durante la caduta del petrolio dello scorso anno, l’utile netto di Total è sceso solo del 18% rispetto al declino del 40% di molti suoi competitor.

La chiave è stata la tempistica della spesa CAPEX. L’azienda ha rapidamente messo in attesa diversi grandi progetti petroliferi o progetti finiti che aveva iniziato proprio nel periodo in cui il petrolio scendeva. Ciò significava che non ha dovuto sborsare un sacco di soldi per la loro realizzazione. Di conseguenza, il dividendo del 5,66% è più sicuro rispetto ad alcune delle altre super major.

Autore: Dominosolutions.it Per ulteriori notizie, analisi, interviste, visita il sito di Trend Online