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Investire in Italia. Ci riesce solo l'emiro

L'emiro del Qatar, Hamad bin Khalifa Al Thani, ha promesso al presidente del Consiglio Mario Monti di essere pronto a investire in Italia. Un successo diplomatico di Monti, secondo molti; un azzardo secondo altri. Perché investire in Italia è sempre più difficile e rischioso e le promesse dell'emiro potrebbero restare parole al vento.

Chi è l'emiro del Qatar. L'incontro bilaterale avvenuto a Roma ieri tra il premier Monti e l'emiro del Qatar Hamad bin Khalifa Al Thani si è concluso con una dichiarazione di quest'ultimo: “Il Fondo Sovrano qatariota sta cercando modi e forme per investire in Italia”. I rapporti economici tra Italia e Qatar sono già molto importanti e si concentrano soprattutto nel settore energetico, con il 10% del gas che giunge nel nostro Paese in arrivo proprio dall'Emirato. E, ora, il legame tra i due Paesi potrebbero intensificarsi.

Mondiali di calcio e turismo. Anche se Hamad bin Khalifa Al Thani non è entrato, ovviamente, nei dettagli della promessa, sono due soprattutto i settori che potrebbero venir coinvolti in questi investimenti. Il primo riguarda i Mondiali di calcio, che nel 2022 si disputeranno proprio in Qatar. L'emiro ha annunciato un accordo tra la Federcalcio italiana e quella qatariota, ma soprattutto ha aperto la strada per investimenti da parte delle aziende italiane per costruire le infrastrutture necessarie per l'evento sportivo. Insomma, un percorso privilegiato per gli imprenditori italiani nella costruzione degli stadi e delle strade che dovranno rinnovare Doha entro i prossimi 10 anni. Ma, come detto, l'emiro ha soprattutto parlato di investimenti. E dovrebbe essere il settore del turismo quello che coinvolgerà in prima persona l'emiro. In particolare sarebbe la Costa Smeralda, attualmente nelle mani dell'Aga Khan, a essere l'obiettivo della famiglia reale del Qatar.

Qatar, la nuova Libia. La caduta del regime di Gheddafi ha creato un buco – economico e non solo – in molte realtà finanziarie italiane. In particolar modo la famiglia del Ras libico aveva quote consistenti in Unicredit e in Finmeccanica; è proprio qui che l'Emirato del Qatar potrebbe intervenire, sostituendosi di fatto alla Libia come partner privilegiato dell'istituto bancario e dell'azienda che produce aerei caccia che fanno gola a Doha.

Scommessa pericolosa. Promesse concrete, o frasi di routine alla fine di un incontro diplomatico? Investire in Italia, per gli stranieri, è un azzardo con molti ostacoli. Da un lato, infatti, la burocrazia italiana ha tempi biblici rispetto agli altri Paesi occidentali, rendendo difficile, se non impossibile, avviare nuove attività sul nostro territorio. E' difficile per gli italiani, è difficilissimo per chi – senza avere la conoscenza delle abitudini del nostro Paese – si scontra con un dinosauro. Ad ammetterlo è stato lo stesso Mario Monti proprio a margine dell'incontro con l'emiro del Qatar. Senza vere riforme e senza un cambio di mentalità sulla legalità nel nostro Paese, infatti, la burocrazia e la corruzione continueranno a tenere gli investitori lontani dall'Italia. Un allarme lanciato anche dall'Istituto Bruno Leoni, che ha pubblicato numeri sconvolgenti. In Italia per aprire un'azienda servono 2.673 euro di spese burocratiche, contro una media europea di 399 euro, con il Regno Unito dove sono sufficienti 33 euro per avviare un'impresa. Per avere accesso all'elettricità in Italia si impiegano più di sei mesi, contro due settimane in Germania. Da noi servono 285 ore per adempiere alle procedure per pagare le tasse e la tassazione incide per il 68% sul profitto, contro il 46% della Germania. Il tutto si esemplifica in una classifica mondiale che tiene conto dei tempi  per ottenere permessi, l'accesso al credito, le imposte e le tutele in caso di insolvenza dei debitori e che vede l'Italia posizionarsi in 87° posizione, non solo dietro a tutti i Paesi europei, ma lontana anche da realtà come Ruanda, Tonga, Armenia o le Bahamas.

Dopo il Qatar, la Cina. E' molto intensa in queste settimane l'attività diplomatica del premier Monti in giro per il mondo. Prima di incontrare l'emiro del Qatar, infatti, il presidente del Consiglio aveva fatto un tour in Medio Oriente e, prima ancora, era volato in Cina. Un tour de force che punta a ridare credibilità all'Italia e al mercato italiano e a raccogliere interesse intorno all'economia italiana. Nulla di concreto, ancora, ma oltre alle parole di Hamad bin Khalifa Al Thani, risuonano ancora quelle del presidente cinese Hu Jintao, che ha annunciato di voler incentivare gli investimenti cinesi in Italia. Ma, come nel caso del Qatar, alle parole dovranno seguire i fatti.