Annuncio pubblicitario
Italia markets open in 2 hours 19 minutes
  • Dow Jones

    37.775,38
    +22,07 (+0,06%)
     
  • Nasdaq

    15.601,50
    -81,87 (-0,52%)
     
  • Nikkei 225

    37.163,65
    -916,05 (-2,41%)
     
  • EUR/USD

    1,0642
    -0,0005 (-0,04%)
     
  • Bitcoin EUR

    58.884,99
    +664,66 (+1,14%)
     
  • CMC Crypto 200

    1.286,04
    +400,50 (+43,97%)
     
  • HANG SENG

    16.184,02
    -201,85 (-1,23%)
     
  • S&P 500

    5.011,12
    -11,09 (-0,22%)
     

Inviare un bonifico all'estero come fosse un Whatsapp. L'esperimento Nexus

Close-up shot of a woman using contactless payment via smartphone to pay for her shopping at self-checkout counter in a store (Photo: Oscar Wong via Getty Images)
Close-up shot of a woman using contactless payment via smartphone to pay for her shopping at self-checkout counter in a store (Photo: Oscar Wong via Getty Images)

Immaginate di dover inviare ad un amico in Thailandia una somma di denaro dal vostro conto in banca. Un’operazione che potrebbe impiegare giorni. Il vostro bonifico, partito dall’Italia, dovrà attraversare una rete di ‘banche corrispondenti’, collegate tra loro bilateralmente. Impiegando giorni, se non settimane. La vostra banca italiana, infatti, non è collegata direttamente con quella dell’amico a Bangkok. Ogni istituto coinvolto si prenderà i suoi tempi. E imporrà i propri costi. Al di là delle commissioni, in gioco c’è anche il tasso di cambio. Considerato che la cifra spedita dovrà attraversare una serie di tappe, i cambi applicati sono sostanzialmente imprevedibili. Sommando tutto, i costi salgono in maniera vertiginosa e imprevista.

Insomma: fare un bonifico bancario internazionale, oggi, è un bel problema. Sia per i cittadini, sia per le imprese che operano all’estero. Le soluzioni che la finanza internazionale sta adottando, anche grazie al FinTech, sono tante. Tra queste c’è Nexus. Un esperimento che intende costruire uno standard internazionale – una sorta di lingua franca bancaria – grazie al quale le banche aderenti potranno inviare denaro in tempo reale a istituti esteri con la stessa facilità con cui si invia un messaggio su Whatsapp. Grazie alla partecipazione di Banca d’Italia, il progetto parla anche italiano.

Riyad. Aprile 2020. I ministri delle Finanze del G20 sono collegati in streaming con la città araba. Quest’anno, l’Arabia Saudita è presidente di turno del vertice tra le venti principali economie del mondo. Un anno particolare. Perché il pianeta è in lockdown a causa del Covid. L’economia e il commercio internazionale sono in stallo. Si preannuncia l’avvento della più grave crisi globale degli ultimi novant’anni. Bisogna trovare delle soluzioni, anche di lungo periodo, per evitare che il mondo, in futuro, si trovi di nuovo impreparato di fronte a tempeste economiche e sociali come quella che sta vivendo.

ANNUNCIO PUBBLICITARIO

Tra le priorità individuate dai grandi della Terra c’è l’efficientamento dei pagamenti transfrontalieri e transvalutari. Da decenni siamo in piena globalizzazione, ma inviare un pagamento da una banca all’estero non è ancora un gioco da ragazzi. I padroni di casa sauditi suggeriscono la creazione di una road map in materia. Il piano, poi adottato dal G20, prevede 19 attività, denominate Building Blocks. Tra queste, anche la nascita di Nexus, un’iniziativa pensata dall’Innovation Hub della Banca dei Regolamenti Internazionali (BIS).

Singapore. Novembre 2021. Il governatore di Bankitalia, Ignazio Visco, partecipa al FinTech Festival che si tiene nella città-stato affacciata sullo stretto di Malacca. Il più importante evento al mondo dedicato alla finanza tecnologica. La banca centrale italiana, annuncia Visco, parteciperà al progetto Nexus mettendo a disposizione TIPS – Target Instant Payment Settlement. Una piattaforma, ideata nel 2018 e gestita da Via Nazionale per conto dell’Eurosistema, grazie alla quale le banche aderenti possono inviarsi pagamenti istantanei in tempo reale, con la massima sicurezza. Anche, e soprattutto, transazioni cross-currency.

Nella pratica cosa succede? Una persona compra un prodotto in un negozio. Se la banca del cliente e quella dell’esercente aderiscono a TIPS, invece che usare contanti o carta di credito, si può pagare inquadrando un QR Code. In pochi istanti – più o meno dieci secondi – il negoziante riceverà una notifica di pagamento effettuato. L’operazione sarà disponibile anche se ci troviamo all’estero e la valuta locale è diversa dalla nostra.

Ecco, ora TIPS sarà a disposizione di Nexus. Un esperimento, partito ad ottobre 2021, destinato a durare un anno, al quale partecipano le banche centrali di Malesia, Singapore e Italia. L’obiettivo è creare uno standard, una lingua comune, attraverso cui far parlare sistemi di pagamento istantanei – come TIPS – che ad oggi risultano ancora isolati, perché ognuno lavora nel proprio paese (Singapore e Malesia) o nella propria area valutaria (Eurozona).

La logica di Nexus, invece, è semplice: cittadini e imprese europee che dispongono di conti nelle banche aderenti a TIPS potranno inviare denaro a cittadini e imprese singaporiani e malesi. In pochi secondi. Un sistema che aspira a diventare una lingua inglese dei pagamenti internazionali. Tra di noi parliamo italiano. In Malesia parlano malese. Se un italiano deve parlare con un malese, non utilizzerà la sua lingua madre: sarà l’inglese lo strumento di comunicazione privilegiato. Ecco, a livello bancario è come se ogni banca parlasse la lingua del proprio paese. Con uno standard comune, in questo caso Nexus, possono parlare tutte inglese, e ‘comunicare bonifici’ in tempo reale. Una lingua transfrontaliera comune grazie alla quale eseguire pagamenti cross-border e cross-currency nell’ordine dei 60 secondi. Da una parte all’altra del mondo.

Dalla liberalizzazione dei pagamenti internazionali hanno da guadagnarci tutti. In primis il cittadino di cui si parlava sopra. Quello che vuole inviare denaro ad un amico in Thailandia senza dover attendere giorni e pagare commissioni imprevedibili. Anzi, grazie a Nexus, sarà possibile decidere il giorno in cui inviare il denaro ‘giocando’ sul tasso di cambio. Se un giorno il tasso di cambio euro-baht non è favorevole e mi aspetto un miglioramento entro qualche ora, posso attendere. Tanto basta un minuto per fare il bonifico e trasformare la propria cifra in baht e viceversa.

L’esigenza di rendere le transazioni globali molto più efficiente è percepita anche oltreoceano. La Federal Reserve americana è infatti al lavoro su FedNow, un sistema dedicato ai pagamenti istantanei, la cui entrata in funzione è prevista per il 2023. La piattaforma consentirà trasferimenti di denaro fino a 25 mila dollari. Una mossa che faciliterà le transazioni tra cittadini e piccole imprese, fortemente criticata da alcune delle banche più importanti degli States, che hanno già attivato Clearing House un sistema di pagamenti in tempo reale, di proprietà di giganti come Capital One, Wells Fargo, Jp Morgan, Bank of America e Citibank. FedNow, secondo quanto si legge sul sito della Fed, sarà un’infrastruttura universale, che permetterà a tutte le banche, anche quelle più piccole, di consentire bonifici in tempo reale.

Se Nexus e FedNow dovessero entrare in funzione come da programma si creerebbe una situazione interessante. Mettendole in collegamento si coinvolgerebbero le due monete – euro e dollaro – più utilizzate nei corridoi valutari del pianeta, creando una ‘massa critica’ tale da attirare molti altri paesi e sistemi valutari. Una prospettiva visionaria, ma con molti ostacoli alla sua realizzazione. In primis, la lotta al riciclaggio di denaro sporco, all’evasione fiscale e al finanziamento del terrorismo. Un conto, infatti, è mettere in piedi un sistema di pagamenti istantanei tra paesi europei, che condividono le stesse normative. Tutt’altra storia è consentire i pagamenti istantanei tra Vecchio Continente e paesi dove la normativa antiriciclaggio è troppo lasca. Per non parlare dei paradisi fiscali.

Dubbi normativi a parte, la strada verso un sistema di pagamenti cross-currency è ormai presa. Ad accelerare il processo c’è poi l’ascesa delle stable-coin, le criptovalute agganciate al valore di valute tradizionali – in gergo si chiamano fiat – come è l’esempio di Diem. Se Facebook/Meta emetterà una propria stable supportata alle proprie spalle da un paniere di euro, dollaro, sterlina, yen e ne garantisse la convertibilità, causerebbe conseguenze devastanti per l’architettura del sistema monetario pensato dall’Occidente a Bretton Woods, con tutte la sua stabilità finanziaria, le politiche monetarie e il regime di tassi di cambio. Anche perché nella galassia di Meta – composta da Facebook, Instagram, Messenger e Whatsapp – gravitano all’incirca 3 miliardi di utenti in tutto il mondo. Quindi le banche centrali cosa stanno facendo? Puntano forte su valute digitale di propria emissione, le CBDC, e sullo sviluppo di sistemi di pagamento cross-border e cross-currency istantanei. Il messaggio che vogliono lanciare è chiaro: “I nostri strumenti, rispetto alle cripto private sono più sicuri, perché dietro c’è la garanzia di una banca centrale. Quindi, potete fidarvi”. In altre parole: il progresso va abbracciato, ma anche governato.

Questo articolo è originariamente apparso su L'HuffPost ed è stato aggiornato.