Ironia sul terremoto di Amatrice: Charlie Hebdo se la cava
La denuncia presentata dalla città di Amatrice contro il settimanale satirico francese Charlie Hebdo dopo il terremoto del 2016 in Italia è stata giudicata "irricevibile" dal tribunale di Parigi.
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Due le vignette pubblicate dal giornale francese che avevano scatenato l'indignazione del Comune laziale e dell'allora sindaco Sergio Pirozzi, innescato proteste sui social e suscitato condanne da parte di diversi esponenti politici. Nella prima, "Sisma all'italiana", si vedevano tre vittime del terremoto definite come "penne al pomodoro", "penne gratinate" e "lasagne", tutti feriti o sepolti dalle macerie. La seconda vignetta, qualche giorno dopo in seguito alle proteste giunte dall'Italia, mostrava una vittima agonizzante sotto le macerie, che dice "Italiani, non è Charlie Hebdo che costruisce le vostre case, è la mafia!".
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Amatrice, la città più colpita dal terremoto del 24 agosto 2016, aveva denunciato Charlie per diffamazione e offese. Il legale incaricato aveva parlato di "un oltraggio macabro, insensato e inconcepibile". Il giornale, duramente colpito dall'attentato jihadista del 2015, si è sempre difeso invocando la libertà di satira e di espressione. Il direttore di Charlie, Riss, aveva commentato: "La morte è sempre un tabù, qualche volta bisogna anche trasgredirlo. Per noi è un disegno di humour nero come ne abbiamo sempre fatti, niente di particolare".
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