Istat: crolla export extra Ue, -9,9% nel 2020. Mai così male da 2009
Roma, 27 gen. (askanews) - Nel complesso il 2020 si chiude con una contrazione dell'export extra Ue del 9,9%, la più ampia dal 2009, spiegata per oltre 6 punti percentuali dal calo delle vendite di beni strumentali e beni di consumo non durevoli. Lo ha reso noto l'Istat.
La contrazione, diffusa a tutti i principali mercati di sbocco, è inferiore alla media per Svizzera, Stati Uniti, Cina e Giappone; India, paesi Asean e paesi Opec mostrano, invece, le flessioni più ampie.
Per l'import, nel complesso l'anno si chiude con una caduta del 15,3%, su cui pesa per oltre due terzi il crollo degli acquisti di prodotti energetici.
A dicembre 2020 si stima, per l'interscambio commerciale con i paesi extra Ue27 , una diminuzione congiunturale per entrambi i flussi, più ampia per le esportazioni (-4,6%) rispetto alle importazioni (-1,3%).
Sempre a dicembre 2020, l'export cresce su base annua del 3,1% (era +2% a novembre), trainato dalle vendite di beni strumentali (+7,8%), beni di consumo durevoli (+6,9%) e beni intermedi (+4,3%). L'import segna un'attenuazione della flessione (-3,7%, dal -5,9% di novembre), cui contribuisce soprattutto l'aumento su base annua degli acquisti di beni di consumo durevoli (+20,9%) e beni intermedi (+17%) che contrasta parzialmente la caduta delle importazioni di energia (-34,4%).
La stima del saldo commerciale a dicembre 2020 è pari a +7.907 (era +6.801 milioni a dicembre 2019). Aumenta l'avanzo nell'interscambio di prodotti non energetici (da +9.912 milioni per dicembre 2019 a +9.922 milioni per dicembre 2020).
Mlp