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Istat migliora stima Pil 2015 a 0,7%, riparte domanda interna

Un operaio a lavoro. REUTERS/Alessandro Bianchi

ROMA (Reuters) - L'Istat prevede che il Pil italiano nel 2015 crescerà dello 0,7%, in linea con la stima del governo e in miglioramento rispetto allo 0,5% fornito dall'istituto lo scorso novembre.

Quella che emerge dal rapporto "Prospettive per l'economia italiana 2015-2017" diffuso stamani è la fotografia di un'Italia che riparte, dopo il -0,4% di Pil registrato lo scorso anno, grazie alla ripresa dei ritmi produttivi e della domanda interna, ma anche al basso livello dei prezzi del settore energetico e dell'atteso miglioramento delle condizioni del credito.

Istat ha rivisto al rialzo anche la stima del Pil per il 2016, portandola a +1,2% dal precedente 1%; un aumento che tuttavia risulta sempre più contenuto rispetto all'1,4% stimato da governo e Commissione Ue. Per il 2017 il prodotto interno lordo salirebbe invece dell'1,3%.

BENE INVESTIMENTI E SPESA FAMIGLIE

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La domanda interna al netto delle scorte quest'anno dovrebbe contribuire alla crescita del Pil per 0,3 punti percentuali, un dato tuttavia più contenuto rispetto alla stima fornita a novembre dall'istituto (+0,5 punti).

Nel biennio 2016-2017, sottolinea Istat, "il rafforzamento ciclico determinerà un apporto crescente della domanda interna (+0,8 e +1,1 punti percentuali) mentre il conseguente aumento delle importazioni favorirà una diminuzione del contributo della domanda estera netta nel 2017".

Bene gli investimenti,che per il 2015 dovrebbero crescere dell'1,2% (la stima di novembre era di +1,3%), e la spesa delle famiglie, che secondo l'istituto di statistica farà registrare una variazione positiva dello 0,5% in termini reali (+0,6% a novembre).

SCENDE TASSO DISOCCUPAZIONE

Miglioramenti in vista anche sul fronte del lavoro: dopo il 12,7% registrato nel 2014, dato medio annuo peggiore dal 1977, il tasso di disoccupazione dovrebbe scendere quest'anno al 12,5%, una stima che si discosta di poco da quella fornita due giorni fa dalla Commissione Ue (12,4%). Il tasso dovrebbe poi portarsi al 12% nel 2016 e all'11,4% nel 2017.

Resterà invece debole nel 2015 la dinamica dei prezzi: il deflatore della spesa per consumi finali delle famiglie, si attesterà a +0,2%, mentre il processo inflazionistico riprenderà nel biennio successivo con +1,4% già nel 2016.

In settimana la Commissione ha stimato che il tasso di inflazione italiano registri quest'anno un +0,2% in linea con il dato del 2014, quando si è toccato il livello più basso dal 1959. Per il 2016 Bruxelles prevede invece un aumento dell'1,8%.