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Italia, manovra in deficit perde capacità di spaventare mercati

Palazzo Chigi, a Roma.

di Alessia Pe e Sara Rossi

MILANO (Reuters) - In un movimentato autunno del 2018 quando il governo Lega-M5Stelle stava presentando la legge di Bilancio, lo spread Italia-Germania saliva di oltre cento punti base mentre si parlava insistentemente di Italexit e Roma era sorvegliata speciale per le istituzioni europee.

Quattro anni dopo, la presentazione della manovra di bilancio italiana sembra aver perso la sua capacità di spaventare i mercati.

La presentazione della legge di Bilancio 2023 è avvenuta in un contesto in cui lo spread Italia-Germania ha imboccato un trend discendente spinto anche dalla convinzione degli investitori che alla fine la recessione indurrà la Bce a rallentare la sua stretta monetaria.

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Da quando Giorgia Meloni è a capo di un governo di destra di cui la Lega fa ancora parte, lo spread si è chiuso di circa 60 punti base e l'Italia non sembra certo far paura a Bruxelles.

Gli operatori di mercato e gli economisti interpellati concordano su un punto fermo: dal 2018 ad oggi il mondo, e l'Europa in particolare, non è più lo stesso.

"La pandemia e la crisi energetica hanno portato i Paesi europei ad adottare politiche fiscali molto più espansive rispetto al passato. Da questo punto di vista, la situazione è molto diversa rispetto a quattro anni fa, quando l'Italia era tra i pochi Paesi europei ad avere un deficit significativo", osserva lo strategist di UniCredit, Francesco Maria Di Bella.

La pandemia ha di fatto obbligato il vecchio continente a una risposta condivisa alle pesanti ricadute del Covid con la creazione di debito comune e la sospensione del patto di Stabilità fino alla fine del prossimo anno, assoluti tabù prima dell'emergenza sanitaria.

Con il balzo dei prezzi dell'energia, cui la guerra ucraina ha fatto da formidabile amplificatore, e il conseguente rialzo record dell'inflazione, si è materializzato lo spettro della recessione nella zona euro.

PROFILO PIU' ISTITUZIONALE

Alla guida del governo italiano più di destra dalla Seconda guerra mondiale, Meloni è vista da molti analisti adottare una retorica assai più moderata di quella che caratterizzava il primo governo Conte.

"Sul piano della comunicazione, nei confronti della Ue l'esecutivo Meloni ha adottato un profilo più istituzionale. Quattro anni fa, i mercati percepivano un maggiore rischio di scontro, visti i toni della campagna elettorale, la compagine governativa e l'ambiguità di alcuni ministri e sottosegretari rispetto all'appartenenza all'area euro", osserva Marco Troiano, Head of Financial Institutions Team di Scope Ratings.

"L'esecutivo Meloni non sembra interessato finora a sfidare la Ue su questioni finanziarie, tanto meno a mettere in dubbio la collocazione strategica ed economica del Paese", aggiunge.

L'Italia ha del resto un forte incentivo ad evitare lo scontro con Bruxelles: beneficiare di quasi 200 miliardi di euro di fondi per la ripresa post-pandemia.

Del resto i politici europei hanno anche imparato dalla dura lezione della Gran Bretagna, dove la premier Liz Truss è stata costretta a lasciare l'incarico dopo appena un mese e mezzo per avere proposto una manovra aggiuntiva a settembre che ha scatenato un terremoto sul mercato.

Inoltre, lo scostamento di bilancio stanziato per offrire sostegno alle famiglie contro il caro-energia non inciderà sul percorso discendente del debito, come ha detto il responsabile per la gestione del debito, Davide Iacovoni, in una recente intervista a Reuters.

Lo scostamento di bilancio, definito da Meloni in campagna elettorale 'extrema ratio' non ha stupito i mercati che, grosso modo in questi termini, lo avevano già messo in conto, osserva Filippo Mormando, strategist di BBVA.

"Sul mercato c'è un po' di curiosità nel cercare di capire questo governo ma non c'è né innamoramento né, al momento, grande diffidenza", aggiunge.

(Editing Stefano Bernabei)

((; +39 06 8030 7736;))