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Italia, Ocse: insistere con riforma mercato lavoro, ridurre dualità

MILANO (Reuters) - Il governo italiano deve continuare a ridurre la dualità del mercato del lavoro rendendo più flessibili assunzioni e licenziamenti, più prevedibili e meno onerosi i costi delle procedure legali e garantendo parallelamente una più ampia rete di sicurezza sociale e lo sviluppo di politiche di mercato del lavoro attive.

Sono alcune delle raccomandazioni date dall'Ocse all'Italia nel rapporto 'Going for Growth' 2015, in cui si nota anche che la recessione sta provocando un ulteriore calo del reddito pro capite nel paese rispetto agli altri appartenenti all'organizzazione.

SI ALLARGA GAP REDDITO PRO CAPITE CON ALTRI PAESI

In particolare il rapporto indica che il divario tra il reddito medio pro capite nei 17 paesi Ocse più avanzati e quello italiano si è allargato di quasi 15 punti percentuali in 10 anni: al 30% alla fine del 2013, dal 16,6% del 2003% (nel 2007, all'inizio della crisi finanziaria, il gap era del 22,7%).

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In Italia "la produttività continua a muoversi in ritardo e la partecipazione alla forza lavoro rimane bassa" nota l'Ocse, che sottolinea comunque come il Jobs Act dia mandato al governo di "introdurre una serie di riforme potenzialmente importanti entro metà 2015".

In generale il rapporto riconosce che nel 2014 il governo italiano ha intrapreso "primi passi" di un "ambizioso" piano di riforme in diverse aree, in particolare mercato del lavoro, sicurezza sociale, sistema fiscale e giudiziario, anche se fa notare che alcune delle importanti misure adottate nel 2012 e nel 2013 devono ancora essere messe in pratica.

CUNEO FISCALE

Sul fronte tasse, l'Ocse sottolinea come il cuneo fiscale sia alto per i salari bassi e parla poi di sistema eccessivamente complicato, con un'evasione elevata.

La raccomandazione in questo caso è di ridurre le distorsioni e l'incentivo all'evasione "attraverso l'abbassamento degli alti tassi di imposizione nominale e l'abolizione di numerose voci di esenzione". Inoltre si invita l'Italia a ridurre l'instabilità della normativa fiscale evitando tra l'altro misure temporanee e a mantenere "l'impegno a evitare le sanatorie fiscali".

PRIVATIZZAZIONI INFERIORI A OBIETTIVI

Sul tema della riduzione delle barriere alla competizione l'Ocse sottolinea poi che in Italia le "privatizzazioni non hanno raggiunto gli obiettivi prefissati".

"Nel 2013-2014 si è avuta un'azione minore, dopo la deregulation piuttosto ampia del 2011-2012; un significativo numero di decreti attuativi derivanti da quel periodo resta da emettere" spiega il rapporto, che chiede peraltro di "portare avanti le privatizzazioni ed eliminare i rapporti di proprietà tra enti locali e fornitori di servizi".

((Redazione Milano, Reutersitaly@thomsonreuters.com, +39 02 66129743, Reuters messaging: giulio.piovaccari.reuters@reuters.net)) Sul sito www.reuters.it le altre notizie Reuters in italiano. Le top news anche su www.twitter.com/reuters_italia