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Italia, povertà assoluta aumenta nel 2022 a causa dell'inflazione - Istat

La bandiera italiana sventola davanti all'Altare della Patria, noto anche come "Vittoriano"

ROMA (Reuters) - Gli indicatori di povertà assoluta sono aumentati in Italia nel 2022 a causa principalmente dell'accelerazione dell'inflazione, che ha colpito in misura maggiore le famiglie meno abbienti.

Secondo dati diffusi questa mattina da Istat, lo scorso anno risultavano in condizione di povertà assoluta poco più di 2,18 milioni di famiglie (8,3% del totale da 7,7% nel 2021) e oltre 5,6 milioni di individui (9,7%, in crescita dal 9,1%).

L'indice - che non trova comparazione a livello europeo in quanto calcolato solo dall'istituto italiano - fa riferimento all'incapacità di acquisire i beni e i servizi necessari a raggiungere uno standard di vita ritenuto "minimo accettabile".

L'impatto dell'accelerazione dei prezzi (8,7% annuo nel 2022 per l'indice armonizzato Ipca), spiega Istat, è stato maggiore per le famiglie più povere (12,1%) con un divario di quasi 5 punti percentuali rispetto a quelle più ricche (7,2%).

"L'elevata inflazione è stata sostenuta lo scorso anno da alimentari ed energia, comparti che hanno un peso maggiore per le famiglie meno abbienti", ha spiegato nel corso di una conferenza stampa Alessandro Brunetti, ricercatore dell'istituto, aggiungendo che "la dinamica di rallentamento di questi settori aiuterà nel 2023 a chiudere tale differenziale".

A contenere l'aumento della povertà assoluta nel 2022 hanno contribuito - per sette decimi di punto - i bonus governativi su energia e gas, potenziati sia in termini di platea che di importo, ha sottolineato.

POVERI ANCHE LAVORANDO

Neppure il lavoro, sottolinea Istat, difende completamente dal rischio di cadere in povertà. La percentuale di famiglie povere in cui la persona di riferimento è un operaio (o assimilato) sale infatti al 14,7% dal 13,8% registrato nel 2021.

Per il resto, il profilo delle famiglie in povertà assoluta appare in Italia piuttosto strutturale.

L'incidenza si conferma più alta nel Mezzogiorno (10,7% contro 7,9% nel Nord-est e 7,2% nel Nord-ovest), tra le famiglie numerose (22,5% tra quelle con 5 o più componenti) e quelle con stranieri (28,9% con punte del 40,5% nel caso in cui la persona di riferimento sia in cerca di occupazione).

(Valentina Consiglio, editing Antonella Cinelli)