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Produzione industria in calo oltre attese a gennaio, vista stagnazione in trim1 - Istat

Una bandiera italiana sventola davanti all'Altare della Patria a Piazza Venezia a Roma

ROMA (Reuters) - Dopo l'inaspettato balzo congiunturale segnato a dicembre, la produzione industriale italiana torna a contrarsi oltre le attese a gennaio, ponendo le basi per un primo trimestre stagnante.

Stando ai dati diffusi stamani da Istat, la produzione nel mese osservato segna un calo dello 0,7% mensile, dopo il +1,2% (rivisto da 1,6%) di dicembre, a fronte di un consensus pari a -0,1%.

Negli ultimi cinque mesi l'indice ha segnato quattro cali congiunturali, come si evince dal grafico qui di seguito elaborato su statistiche Istat.

"Tra i principali raggruppamenti di industrie a gennaio si rileva una dinamica mensile positiva per i beni di consumo e per l’energia, mentre sono in flessione i beni intermedi e quelli strumentali", osserva l'Istituto di statistica nella consueta nota a corredo dei dati.

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I ribassi piu' ampi nel mese vengono da settori molto orientati all’export come il farmaceutico e la meccanica (-6,1% e -4,7% m/m, rispettivamente), per via sia di una domanda estera più debole che di un tasso di cambio meno favorevole.

Nella media del trimestre novembre-gennaio il livello della produzione diminuisce dell’1,0% rispetto ai tre mesi precedenti.

Stando agli analisti di Prometeia, il balzo di dicembre e' da attribuirsi a possibili effetti legati alle giornate lavorative del periodo natalizio. "Al netto di tale erraticità, il valore di produzione di gennaio risulta esattamente in linea con quanto registrato nella media fra settembre e novembre", osservano in un report.

Corretta per gli effetti di calendario la produzione segna su anno un incremento dell'1,4% a gennaio, a fronte di un consensus pari a oltre il doppio (+2,9%), dal -0,9%, rivisto da+0,1%, di dicembre (i giorni lavorativi di calendario sono stati 21 contro i 20 di gennaio 2022).

INCERTEZZA ELEVATA, POSSIBILI SPIRAGLI SE INFLAZIONE SCENDE

Considerata un buon anticipatore del Pil, la produzione si avvia ad una sostanziale stagnazione nel primo trimestre dell'anno (+0,1%), secondo Prometeia, mentre effetti positivi potrebbero evidenziarsi solo a partire dal secondo, a condizione di un effettivo rientro dell’inflazione. "L'incertezza rimane dunque elevata anche per i mesi primaverili".

Per Paolo Mameli, senior economist di Intesa Sanpaolo, c'e' da notare, tuttavia, che se la produzione industriale in febbraio e marzo si mantenesse ai livelli di gennaio, risulterebbe poco variata nella prima frazione dell'anno, dopo la flessione dell'1,4% registrata nell'ultimo trimestre dello scorso anno.

"In sintesi, l’industria, che è stata la principale responsabile del calo del Pil nello scorcio finale del 2022, potrebbe quantomeno non frenare il valore aggiunto a inizio 2023", spiega Mameli in una nota, aggiungendo di vedere rischi al rialzo sulla sua attuale stima di un’attività economica stagnante nel trimestre in corso dopo il -0,1% t/t visto alla fine dell'anno scorso.

A dicembre Istat ha rivisto in netto ribasso la previsione di crescita per l'Italia nel 2023 (+0,4%), dopo il +3,7% messo a segno nel 2022. Il numero e' di poco inferiore a quello del Tesoro, per il quale il Pil si espandera' solo dello 0,6% quest'anno.

Quanto alle possibili implicazioni della crisi bancaria statunitense, innescata dal crollo di SV Bank, sull’attività economica in Italia, per Mameli appaiono "assai limitate", a meno di una tracimazione dell’instabilità finanziaria anche al di qua dell’Atlantico, con l’eventuale conseguenza di una "più drastica restrizione delle condizioni creditizie o di una riduzione della propensione a investire, motivata dalla maggiore incertezza".

(Valentina Consiglio, editing Claudia Cristoferi)