Annuncio pubblicitario
Italia markets open in 4 hours 39 minutes
  • Dow Jones

    37.753,31
    -45,66 (-0,12%)
     
  • Nasdaq

    15.683,37
    -181,88 (-1,15%)
     
  • Nikkei 225

    37.940,99
    -20,81 (-0,05%)
     
  • EUR/USD

    1,0675
    0,0000 (-0,00%)
     
  • Bitcoin EUR

    57.699,34
    -2.234,99 (-3,73%)
     
  • CMC Crypto 200

    885,54
    0,00 (0,00%)
     
  • HANG SENG

    16.339,29
    +87,45 (+0,54%)
     
  • S&P 500

    5.022,21
    -29,20 (-0,58%)
     

Italia, Ref vede crescita Pil superiore a 4% in 2021 e 2022 - nota

Una donna indossa una maschera con i colori della bandiera italiana in Via del Corso, a Roma

ROMA (Reuters) - L'Italia vedra' quest'anno un incremento del Pil pari al 4,4%, cui seguira' un ulteriore progresso del 4,3% nel 2022, secondo le previsioni del Centro di studi economici Ref che vede un recupero dei livelli pre-crisi alla fine del prossimo anno.

Il deficit/Pil per l'anno in corso e' stimato al 10,2%, per il prossimo al 4,5%, mentre il debito/Pil e' ipotizzato al 158,3% per poi scendere lievemente al 154,2%, si legge in un comunicato.

"Se i vaccini avranno l’efficacia sperata anche contro le varianti del virus, anche gli impatti sull’economia saranno rilevanti", spiega Ref. "Di conseguenza, lo scenario economico incorpora la riapertura progressiva di molte attività e un recupero dei livelli produttivi a partire dalla seconda metà dell’anno".

Il driver della ripresa a livello mondiale, continua l'istituto, è quello dei consumi delle famiglie e, in particolare, l’aumento di quelle spese che sono state impedite nei mesi scorsi a causa delle restrizioni anti-pandemiche.

ANNUNCIO PUBBLICITARIO

Dal lato della domanda, si tratta frequentemente di consumi (alberghi, viaggi, ristoranti, spettacoli) appannaggio soprattutto dei ceti più abbienti. La riduzione di queste spese ha portato le famiglie italiane ad aumentare i propri risparmi: ben 100 miliardi in più da quando è iniziata la pandemia.

Daltra parte, questi consumi attivano, invece, dal lato dell’offerta, molti lavoratori delle fasce più disagiate. Soprattutto la filiera del turismo dà lavoro a molti stagionali, con contratti di lavoro precari: sono quelli che hanno pagato i maggiori costi di questa recessione.

"È stata, insomma, una crisi dei ricchi dal lato della domanda, e dei poveri dal lato dell’offerta", rileva Ref, aggiungendo che la crisi "e' stata quindi non solo profonda, ma anche diseguale e ingiusta".

(Valentina Consiglio, in redazione a Roma Stefano Bernabei)