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Kkr ha margini per migliorare offerta su Telecom Italia

Sede di Tim a Roma

di Lisa Jucca

MILANO (Reuters) - La corposa offerta di KKR per Telecom Italia potrebbe diventare più ricca. Il gruppo americano di private equity potrebbe aumentare la propria offerta da 33 miliardi di euro per l'operatore italiano di telecomunicazioni per convincere gli azionisti Vivendi e Cassa Depositi e Prestiti (Cdp). Già allo stato attuale, il deal potrebbe essere il buyout più grande della storia europea ma Kkr è probabilmente in grado di offrire di più senza caricare il suo target di troppo debito. L'offerta di 0,505 euro per azione non ha incontrato fino ad ora l'opposizione né del governo italiano né dei sindacati. Tuttavia non è stata accolta altrettanto bene dall'azionista francese Vivendi, che controlla il 24% delle azioni ordinarie di Telecom Italia, e che ha pagato in media circa 1 euro ad azione. Per Cdp, che detiene il 10%, l'acquisto medio è stato probabilmente vicino ai 0,70 euro ad azione. Questo significa che il fondo statunitense potrebbe dover sborsare una cifra superiore ai 10,8 miliardi attualmente sul piatto. Ma la competitività del mercato delle telecomunicazioni italiano, e il consistente debito di Telecom Italia, circa 3,5 volte l'Ebitda previsto per il 2021 secondo i dati Refinitiv, vogliono dire che Kkr non può ricorrere a troppo debito per finanziare l'accordo. Ad aiutare c'è il fatto che la maggior parte dei bond Telecom Italia non ha clausole sul cambio di controllo, il che significa che non devono essere rifinanziati alla chiusura dell'accordo. Se Kkr aumentasse la propria offerta a 0,70 euro per azione, valuterebbe l'equity di Tim 15 miliardi di euro, e l'intera azienda incluso il debito ad appena oltre i 37 miliardi di euro. Kkr potrebbe raccogliere circa 9 miliardi di finanziamenti extra, che porterebbero l'indebitamento complessivo ad una soglia ancora ragionevole di 5 volte l'Ebitda del 2021, o circa 32 miliardi di euro. Kkr dovrebbe comunque trovare quasi 6 miliardi di euro in cash. E' una cifra consistente ma non inusuale, in particolare se si dovessero unire altri fondi. L'acquisizione della divisione di ascensori della Thyssenkrupp da parte di Advent e Conven, ad esempio, prevedeva circa oltre 7 miliardi di euro di cash. Il fondo dovrebbe poi avere pronte delle strategie per ridurre rapidamente il debito. Potrebbe vendere la quota di Telecom Italia nell'azienda di torri di telecomunicazioni Inwit, che potrebbe fruttare almeno 1,5 miliardi di euro, o ridurre la quota del 67% nella controllata brasiliana, che vale almeno 3,6 miliardi di euro. Kkr, che investe tramite il proprio fondo di infrastrutture, alla fine potrebbe decidere di non utilizzare così tanto debito. In ogni caso Kkr ha spazio per pagare di più.

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(Tradotto da redazione Danzica, a Roma Francesca Piscioneri)