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Kosovo-Serbia, ancora tensioni per le targhe

Lo scontro sulle targhe automobilistiche dei serbi residenti nel Kosovo è ancora lontano dal placarsi. Secondo i rappresentanti della minoranza etnica i doganieri kosovari impedirebbero alle vetture con immatricolazione serba di rientrare nel paese, violando così gli accordi mediati dall'Unione europea. Nel quadro dell'intesa la Serbia si è impegnata a non rilasciare nuove targhe, mentre ai residenti dell'area frontaliera è stato confermato il diritto di continuare a circolare con le immatricolazioni già in loro possesso.

Milica Andric Rakic, di una associazione serbokosovara, teme che il governo di Pristina continui ad ignorare l'accordo, nonostante le pressioni di Bruxelles e Washington. "Non sappiamo ancora quale sia il cri terio per dire: questa macchina può passare, questa macchina non può passare".

La soluzione proposta dall'inviato statunitense nella regione è quella di armonizzare le targhe di tutti i paesi dei Balcani occidentali, considerando questo come un passo preliminare verso una intesa globale tra Serbia e Kosovo.

Nedmezin Spahu, docente di Scienze politiche, spiega che il braccio di ferro sulle targhe è solo un pretesto nel più ampio conflitto per il controllo effettivo della enclave serba nel nord del Kosovo. "Per ciascuna delle parti si tratta di trovarsi in una posizione di vantaggio in vista dei negoziati finali".

Questo clima di incertezza preoccupa tanto l'Unione europea quanto gli Stati Uniti, veri artefici della indipendenza del Kosovo, che temono, quasi trent'anni dopo la fine delle guerre della ex Yugoslavia, il riaccendersi delle tensioni interetniche.