Annuncio pubblicitario
Italia markets close in 6 hours 18 minutes
  • FTSE MIB

    34.823,35
    +63,66 (+0,18%)
     
  • Dow Jones

    39.760,08
    +477,75 (+1,22%)
     
  • Nasdaq

    16.399,52
    +83,82 (+0,51%)
     
  • Nikkei 225

    40.168,07
    -594,66 (-1,46%)
     
  • Petrolio

    81,95
    +0,60 (+0,74%)
     
  • Bitcoin EUR

    65.532,73
    +607,69 (+0,94%)
     
  • CMC Crypto 200

    885,54
    0,00 (0,00%)
     
  • Oro

    2.218,30
    +5,60 (+0,25%)
     
  • EUR/USD

    1,0783
    -0,0047 (-0,43%)
     
  • S&P 500

    5.248,49
    +44,91 (+0,86%)
     
  • HANG SENG

    16.541,42
    +148,58 (+0,91%)
     
  • Euro Stoxx 50

    5.100,04
    +18,30 (+0,36%)
     
  • EUR/GBP

    0,8553
    -0,0014 (-0,16%)
     
  • EUR/CHF

    0,9762
    -0,0022 (-0,23%)
     
  • EUR/CAD

    1,4668
    -0,0019 (-0,13%)
     

L’auto elettrica piace a 2 italiani su 3, forte gap Italia in Ue (di S. Panzeri)

Portrait of woman starting charge process of her electric car using mobile phone (Photo: praetorianphoto via Getty Images)
Portrait of woman starting charge process of her electric car using mobile phone (Photo: praetorianphoto via Getty Images)

(di Stefano Panzeri)

Il divieto di vendita di auto benzina e diesel dal 2035 sembra avere già tracciato la strada verso la mobilità elettrica. Rimane da capire se gli italiani sono pronti al passaggio alla nuova tecnologia e se il Paese è in grado di accogliere i veicoli a batterie. Dubbi ai quali prova a rispondere l’Osservatorio mobilità e sicurezza di Continental, quest’anno focalizzato sulla mobilità a zero emissioni. Uno studio realizzato in collaborazione con l’istituto Euromedia Research, responsabile dell’indagine tra i consumatori, e con la società di consulenza Kearney, firmataria del report sullo stato dell’e-mobility in Italia.

Tecnologia ancora da provare

L’analisi sulle opinioni dei consumatori individua le diverse tendenze in base a classi di età e territorio di residenza. Le prime sono suddivise in Generazione Z (18-26 anni), Y (27-41), X (42-56) e Baby Boomers (57-75), le seconde per area geografica (Nord Ovest, Nord Est, Centro, Sud, Isole) e tipologia di città (area metropolitana, capoluogo, provincia). La ricerca parte dall’analisi della cultura elettrica rilevando che il 63% del campione si dichiara informato: il 76,7% sa definire un’auto ibrida, il 74,7% un modello elettrico, ma appena il 47% è in grado di riconoscere un’ibrida plug-in. Modesta è la conoscenza diretta con solo il 12,5% degli intervistati ad avere provato a guidare una vettura a batterie.

ANNUNCIO PUBBLICITARIO

Pregi e difetti delle elettriche

L’interesse per l’auto elettrica è alto (76,8%), così come l’idea di un possibile acquisto (66,1%). A limitare l’interesse è soprattutto il prezzo, con il 62,8% privo di budget per poterla comprare e il 43,9% a indicare gli alti listini come il principale limite delle auto elettriche. Altri difetti sono la carenza di autonomia (38,7%) e dell’infrastruttura, considerata inadeguata per estensione (37,4%) e per tempi di ricarica (27,3%). Critiche arrivano pure per l’impatto ambientale dovuto allo smaltimento delle batterie (28%) e per i problemi di pianificazione dei viaggi (19%).

Per contro, le doti ambientali sono ritenute il principale pregio per il 43,8% degli intervistati, seguito da comfort e silenziosità (27,3%) e dalla possibilità di accedere alle Ztl (25,4%). Piace anche la flessibilità di rifornimento con possibilità di ricarica domestica (22,9%) e diversi fattori economici: disponibilità di incentivi (23,8%), esenzione al bollo per 5 anni (21,8%), parcheggio gratuito (13,2%) in alcuni Comuni e minore costo per “carburante” (17,6%), tagliandi (10,8%) e assicurazione (8,6%).

Riducono l’inquinamento, non il traffico

Per il 52,4% del campione le elettriche rimangono modelli destinati a un uso urbano e per l’80,6% obbligano a pianificare nei dettagli tappe e tempi in caso di viaggi. Secondo gli italiani, non risolvono il problema della mobilità (50,4%), ma contribuiscono a ridurre l’inquinamento (59,3%). Permane molta confusione sui costi, con il 42,8% che ritiene più conveniente la gestione di un modello termico e il 51,6% che pensa che abbia costi di manutenzione superiori. Più condivisa è l’opinione che sarà una transizione lenta: per il 53,9% ci vorranno oltre 10 anni per avere il 100% di immatricolazione elettriche, per il 16,3% non accadrà mai. Analogo disincanto riguarda le infrastrutture. Se oggi solo l’8,1% afferma che ci sono molte colonnine ben dislocate sul territorio (il 59,5% le ritiene insufficienti, il 24,6% non ne ha mai viste), sono appena il 12,5% a ritenere che saranno adeguate per l’avvio delle vendite 100% elettriche previsto nel 2035. Chi pensa impossibile l’obiettivo è il 31,3% delle persone, mentre per il 42,4% saranno pronte solo le grandi città.

Tre profili di consumatori

Dall’analisi emergono tre profili di consumatori. Gli “interessati” sono il 66,1%, per lo più uomini possessori di auto a benzina con la quale effettuano da 11 a 50 km al giorno e con disponibilità di un garage dove installare una wall box. Vivono in prevalenza al Sud e in provincia e appartengono alla generazione Y (27- 41 anni). Gli “sperimentatori” sono il 12,5%, hanno tra i 30 e 40 anni, risiedono in città metropolitane del Nord Ovest e percorrono fino a 50 km al giorno con l’auto diesel custodita nel box. I “disinteressati” sono il 21% e non pensano all’acquisto anche in presenza di incentivi. Sono soprattutto Baby Boomers (57-75 anni) che vivono in provincia, in particolare nel Nord Ovest, senza un garage e percorrono meno di 10 km al giorno con una vettura a benzina.

Il gap dell’Italia rispetto all’Europa

Dalla ricerca emerge anche un gap negativo per il Bel Paese su immatricolazioni (4% rispetto al 10% della media continentale), parco circolante (0,25% anziché 1,07%) e punti di ricarica per 100.000 abitanti (22 contro 64). Situazione che potrebbe a peggiorare se si pensa che l’Italia intende destinare solo l’1,4% del Pnrr alla mobilità elettrica contro una media europea del 13,6%. Differenze sostanziali sussistono, però, anche tra le diverse aree d’Italia. Le elettriche sono vendute soprattutto al Nord (68%) e nelle grandi città e sono acquistate dalla generazione Y (77%) con un reddito elevato (86%) e con abitazione con box (71%). Dati in linea con i salari più alti del settentrione, dove ci sono anche più incentivi locali e punti di ricarica (64%) e dove le limitazioni alla circolazione dei veicoli più inquinanti è presente nell’87% delle città con più 100.000 abitanti contro il 10% del Sud. Tutti elementi rilevatesi efficaci per favorire la mobilità elettrica.

Politiche per lo sviluppo

Per favorire l’elettromobilità lo studio propone molte soluzioni. Le istituzioni dovrebbero agevolare la creazione di un’infrastruttura più capillare, con colonnine più potenti (Fast e Ultra Fast) in grado di fare un “pieno” in pochi minuti a un prezzo accessibile (oggi la tariffa pubblica è da 2-4 volte superiore a quella domestica). Importante è anche realizzare la completa interoperabilità tra i gestori dell’infrastruttura, avere una mappatura unica dei punti di ricarica e un sistema uniformato di pagamento. Importante è pure incrementare la fiducia del consumatore verso la nuova tecnologia fornendo informazioni più precise e rendendo evidente il Tco (total cost of ownership), ossia gli effettivi costi di gestione di vetture elettriche e tradizionali. Auspicabile è una maggiore presenza dei modelli a batteria nelle flotte aziendali, nell’offerta del noleggio, tra i mezzi del car sharing e tra i taxi per favorire un primo contatto con la tecnologia e indurre le persone a orientarsi verso scelte a emissioni zero.

L’impegno di costruttori e rivenditori

Sul fronte dell’offerta ci deve essere una maggiore varietà di modelli, in particolare nei segmenti B, C e D, a prezzi più bassi, magari agendo sul costo delle batterie con la realizzazione di filiere più efficienti. Doverosa è la mutazione della rete di vendita, con i concessionari chiamati a trasformarsi da venditori a consulenti delle mobilità in grado di spiegare le diverse soluzioni per l’uso dell’auto elettrica e ad offrire servizi a valore aggiunto inclusi in un canone dal prezzo chiaro. Esempi sono l’inclusione di fornitura di energia e wall box, la manutenzione predittiva o la possibilità di avere un’auto tradizionale per i viaggi nel fine settimana o durante le vacanze. Soluzioni che eliminano le preoccupazioni legate alla tecnologia elettrica, di fatto, contribuendo ad avvicinare i consumatori.

Ci vuole più sinergia

I dati dell’Osservatorio Continental confermano l’interesse per la mobilità elettrica degli italiani, in particolare dei giovani, e identificano un forte potenziale di crescita tra i residenti in provincia in abitazioni autonome. Da rimuovere ci sono lo scetticismo degli over 50, l’incertezza sulla disponibilità delle agevolazioni e la disinformazione sulla mobilità elettrica, in particolare su costi di gestione e percorrenze reali con una carica. Infine emerge la necessità di una maggiore sinergia tra istituzioni, costruttori, gestori di infrastrutture e altri protagonisti della filiera elettrica per rimuovere insieme gli ostacoli alla diffusione dei modelli a zero emissioni in Italia.

Questo articolo è originariamente apparso su L'HuffPost ed è stato aggiornato.