Annuncio pubblicitario
Italia markets close in 5 hours 12 minutes
  • FTSE MIB

    34.269,90
    -1,22 (-0,00%)
     
  • Dow Jones

    38.460,92
    -42,77 (-0,11%)
     
  • Nasdaq

    15.712,75
    +16,11 (+0,10%)
     
  • Nikkei 225

    37.628,48
    -831,60 (-2,16%)
     
  • Petrolio

    82,75
    -0,06 (-0,07%)
     
  • Bitcoin EUR

    59.495,74
    -2.319,82 (-3,75%)
     
  • CMC Crypto 200

    1.361,09
    -21,49 (-1,55%)
     
  • Oro

    2.336,90
    -1,50 (-0,06%)
     
  • EUR/USD

    1,0732
    +0,0031 (+0,29%)
     
  • S&P 500

    5.071,63
    +1,08 (+0,02%)
     
  • HANG SENG

    17.284,54
    +83,27 (+0,48%)
     
  • Euro Stoxx 50

    4.965,95
    -23,93 (-0,48%)
     
  • EUR/GBP

    0,8569
    -0,0014 (-0,16%)
     
  • EUR/CHF

    0,9793
    +0,0010 (+0,10%)
     
  • EUR/CAD

    1,4672
    +0,0016 (+0,11%)
     

L’esito delle elezioni UK e la risposta dei mercati

Richard Flax, Chief (Taiwan OTC: 3345.TWO - notizie) investment Officer di Moneyfarm, spiega che i conservatori di Theresa May non sono riusciti a confermare la maggioranza nella Camera dei Comuni e si allontanano quindi le prospettive di una Brexit dura. Se questa volontà dell’elettorato si trasformerà in un approccio al negoziato più costruttivo e comprensivo, allora potremo aspettarci segnali positivi nel medio termine.

Dopo il lancio del servizio di gestione patrimoniale, l’accordo strategico con Allianz Digital Venture e ad oltre un anno dall’aumento di capitale di €16 mln, Moneyfarm conferma la sua posizione come consulente finanziario digitale n.1 in Italia. Nel (Londra: 0E4Q.L - notizie) 2016 Moneyfarm ha visto triplicare la base utenti e più che raddoppiare il suo organico (oggi di oltre 80 professionisti suddivisi nelle tre sedi di Milano, Londra e Cagliari).

Dopo una dura campagna elettorale, i conservatori di Theresa May non sono riusciti a confermare la maggioranza nella Camera dei Comuni e proveranno quindi a formare un governo di minoranza appoggiato dagli unionisti Nord-irlandesi pro-Brexit del Dup - spiega Richard Flax -. Si tratta di un risultato imbarazzante per il primo ministro, che aveva convocato elezioni anticipate proprio nel tentativo di rafforzare la sua posizione.

Nonostante il partito abbia ancora la maggioranza relativa con 318 seggi, Theresa May è adesso sotto pressione per aver perso 12 deputati rispetto alle elezioni vinte da David Cameron nel 2015. I laburisti guidati da Jeremy Corbyn, invece, nonostante una campagna elettorale che li ha portati ad aumentare i propri consensi di più di 10 punti, sfiorando il 40%, si sono fermati a 261 seggi.

ANNUNCIO PUBBLICITARIO

La mancanza di un vincitore certo è inusuale nel sistema politico britannico, per via della cultura bipartitica del paese rafforzata da una legge elettorale maggioritaria con seggi uninominali - spiega Richard Flax -. Prima del 2010, quando i conservatori formarono un governo con i liberal-democratici, fu solo nel lontano 1974 che le elezioni non consegnarono al paese una maggioranza forte.

Prima della campagna elettorale, il vantaggio dei Tories era stimato in 20 punti percentuali: proprio per questo, Theresa May aveva convocato elezioni anticipate nel tentativo di legittimare la sua posizione in vista del negoziato della Brexit. L’azzardo non ha pagato e gli elettori hanno consegnato ai conservatori una maggioranza più debole di quella precedente.

Cosa succederà adesso?

I negoziati per formare una nuova coalizione sono già in corso. L’obiettivo è quello di non perdere l’appuntamento con l’inizio delle trattative con l’Ue, il 19 giugno.

In generale, in Europa si potrebbe creare l’impressione che l’Unione esca rafforzata in vista della trattativa - spiega Richard Flax -. L’impressione è che i cittadini britannici abbiano voluto in un certo senso punire l’approccio duro e unilaterale con cui il governo ha gestito la situazione fino a ora. La possibilità che le opinioni di coloro che propugnano un approccio più cauto alla Brexit vengano ora tenute in maggior considerazione è concreta.

Tuttavia, nella campagna elettorale a condizionare i mercati sono state più le questioni di politica interna, come dimostrano le oscillazioni del valore della sterlina. Adesso (IOB: 0N5I.IL - notizie) che nessuno dei partiti ha raggiunto la maggioranza necessaria per realizzare il proprio manifesto, il tema della Brexit è diventato di nuovo centrale.

La reazione dei mercati

Tutti gli occhi sono puntati sulla sterlina in questa mattina in cui gli inglesi si sono svegliati dovendo metabolizzare la nuova inconsueta situazione di incertezza - spiega Richard Flax -. La valuta britannica si è deprezzata dell’1,5% rispetto al dollaro, una reazione in tono minore rispetto quella che aveva seguito la Brexit un anno fa.

Provando a guardare oltre il brevissimo termine, quello che può confortare è che si allontanano le prospettive di una Brexit dura. Questo perché la May ha fallito nel suo proposito di avere una maggioranza elettorale che supportasse questo progetto. Se questa volontà dell’elettorato si trasformerà in un approccio al negoziato più costruttivo e comprensivo, allora potremo aspettarci segnali positivi nel medio termine. Per adesso, però, sui mercati globali non si notano reazioni degne di nota.

Autore: Pierpaolo Molinengo Per ulteriori notizie, analisi, interviste, visita il sito di Trend Online