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L'imprenditore che ha sconfitto le banche

Mario Bortoletto ha raccontato le sue battaglie in La rivolta del correntista

Mario Bortoletto è un imprenditore con la testa dura. Opera nell’edilizia da oltre 40 anni, viene dalla provincia di Padova (Vigonza). E’ uno di quelli che hanno pagato e combattuto la crisi, che sul suo settore ha picchiato forte. E con il calo degli ordini, hanno cominciato a trattarlo male anche le banche. Ma Bortoletto si è ribellato, ha studiato, si è documentato, ha investito in esperti che facessero valutazioni indipendenti sui suoi conti correnti. E ha fatto causa alle banche. Nove dispute legali. Una l’ha vinta. Una si è chiusa con una transazione a suo favore. Sette sono aperte. Le banche volevano soldi da lui, lui le ha costrette a restituire quello che gli hanno sottratto, con interessi da usura, come li definisce. Bortoletto ha raccontato la sua battaglia in La rivolta del correntista (Chiarelettere). La storia di un privato cittadino, testardo e informato, che si ribellato alle banche. La prima banca gli chiedeva 22mila euro. Lui, con una perizia, ha scoperto che non solo non era in debito, ma che era in credito di oltre 60mila euro per interessi applicati a tassi superiori alla legge. Soldi che gli sono stati restituiti.

Mario Bortoletto
Mario Bortoletto

Bortoletto, come si fanno ad avere cifre così diverse, tra i debiti che la banca rivoleva indietro e i crediti che lei è riuscito a far valere nel confronti della banca?
“Il cliente di una banca paga sempre gli interessi sul rosso. E oltre a quelli, legali, c’è una serie di costi occulti, come le commissioni di massimo scoperto, altissime, oppure di meccanismi non limpidi, come il gioco delle valute, per cui paga interessi su soldi che lui ha già sul conto, oppure ancora c’è l’anatocismo, per cui la banca ti fa pagare gli interessi sugli interessi. Le banche si comportano così perché credono che il correntista non abbia gli strumenti per verificare o ribellarsi.

E invece cosa può fare il nostro lettore?
Fatevi fare una perizia econometrica. Da un tecnico, da un commercialista. Armatevi prima. Fatela e tenetela in cassaforte. Le banche possono passare dall’esservi alleate all’esservi nemiche dalla sera alla mattina, e chiedervi di rientrare dagli affidamenti in tempi non umanamente possibili. Quello che potete e dovete fare è essere pronti per quando succederà. Vedrete che con la perizia in mano, potete bloccare la richiesta, e il giudice vi darà ragione.

Il discorso più generale è invece: cosa vuol dire oggi fare impresa in Italia?
Il problema è che oggi questa situazione bancaria uccide l’intraprendenza, in qualsiasi ramo. Io sono partito perché mia sorella mi prestò 50mila lire. Oggi tutto questo non esiste più.

Ci può fare un esempio concreto?
Io vendo appartamenti. L’edilizia è uccisa dalle banche e dal loro atteggiamento nel concedere mutui. Stavo vendendo a una coppia di ragazzi, 34 anni entrambi, ed entrambi dipendenti pubblici. Il profilo perfetto per ottenere un mutuo. E invece la loro banca non glielo da. “Perché sa, anche i dipendenti pubblici oggi possono essere licenziati”. La casa rimane invenduta. La coppia rimane senza casa. E l’edilizia si ferma. Questa è l’Italia, oggi.

Cosa chiede al governo Renzi?
Ci vuole un colpo d’ariete. Io posso parlare per il mio campo. L’edilizia porta nel suo volano 37 attività diverse di indotto, dal tappezziere agli elettrodomestici. La Cassa depositi e prestiti è piena di miliardi. Potrebbe fare mutui agevolati a 50 anni, dando al giovane la possibilità al giovane di pagare le rate del mutuo a suo piacere, magari un mese 500 euro e il mese successivo 2000 e poi di nuovo 500. Potrebbe fare concorrenza alle banche, che invece così fanno quello che vogliono.

Perché sono diventate così potenti?
In Italia c’è un grande malato: la Banca d’Italia, che soffre una crisi di identità pazzesca. Non sa se è la banca degli italiani o la banca della banche. Purtroppo fino a quando sarà partecipata al 95% da banche private, non potrà mai fare l’interesse dei cittadini.